ATTESA DI FRANCESCO......
GUIDI PRONTO......
PAPA FRANCESCO RICEVE LA PIANTA DALLE MANI DI GUIDI, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE
PAPA FRANCESCO ASCOLTA
UN CONTATTO CON LA NATURA
GESTO DI BENEDIZIONE DEL PAPA
LA PIANTA VIENE CONSEGNATA
PRIMA DELLA PIANTUMAZIONE NEL ROSETO
GIARDINI VATICANI
VENGONO PIANTATE LE PIANTE NEL ROSETO DEI GIARDINI VATICANI
SI SCEGLIE IL LUOGO
ROSETO E SULLO SFONDO LA CUPOLA
VILLA DEI QUINTILI
GUIDI E GHIROTTI A COLLOQUIO
Donazione da
parte dell’associazione Patriarchi della Natura di alcune piante di frutti
antichi per il Frutteto del Santo Padre presso i Giardini Vaticani
Dopo la
donazione al Santo Padre del Cipresso di San Francesco, avvenuta il 24-03-2016
l’Associazione Patriarchi della Natura in Italia di Forlì ha donato un piccolo
frutteto dei patriarchi arborei più significativi e a rischio di estinzione da
mettere a dimora presso i Giardini Vaticani, in modo che Papa Francesco possa
avere a disposizione alcuni frutti che maturano in periodi diversi, frutti dal
sapore unico a dalle elevate proprietà nutraceutiche.
Il progetto del
“Frutteto del Papa” consiste nell’allestimento di una area all’interno dei
famosi Giardini Vaticani, dove sorge il roseto e dove sono messe a dimora
alcune giovani piante che in pochi anni daranno i prelibati frutti.
Da specificare
che tali piante non sono i figli, ma i gemelli di alcuni dei patriarchi
da frutto più significativi e a rischio di estinzione d’Italia. Il frutteto del
Santo Padre sarebbe in realtà una piccola banca del germoplasma per la
conservazione genetica di alcune delle piante più rustiche e resistenti alle
avversità manifestatesi nel corso del
tempo. Le 8 piante (una per varietà)
sono queste:
il susino di San Giovanni che proviene dalla Basilicata e matura i
suoi dolci frutti a metà giugno;
il Biricoccolo della Romagna, detto anche “albicocco nero del
Papa” dai frutti vellutati che maturano a luglio;
il pero San Giovanni che matura appunto il 24 giugno;
il melo di Para, una vecchia pianta dell’appennino forlivese, in
provincia di Forlì Cesena, dai frutti ricchi di antiossidanti che maturano a
settembre;
il mandorlo di San Giovanni Rotondo (il paese di Padre Pio), uno
dei mandorli più grandi d’Italia che misura oltre 4 metri di circonferenza e
che matura a fine settembre;
il melo di Fondo, che viveva in Trentino ma che è stato riprodotto
dall’associazione Patriarchi prima della sua fine;
il melograno Grossa di Faenza, in provincia di Ravenna, che
produce frutti fino a 1,5 kg che maturano a fine ottobre, inoltre il melograno
è pianta beneaugurante ed è ricco di antociani che fanno bene al cuore);
il fico Natalino che proviene dalla Basilicata , gemello di
uno dei fichi più grandi d’Italia che matura a Natale.
Come si può notare sono tutte piante di grande importanza genetica e
ricche di storie legate all'uomo, ma sono anche piante molto rustiche che non
hanno bisogno di trattamenti chimici; nel tempo potremmo aggiungere anche
qualche altra pianta significativa, anche in base alla disponibilità degli
spazi; in questo modo il frutteto che crescerà in un luogo molto importante
come i Giardini Vaticani sarebbe anche un luogo di conservazione di piante
storiche di valore culturale e non solo genetico. Questo modello di
giardino-frutteto che permette di conservare i geni delle piante più antiche
dovrebbe essere preso come riferimento e riprodotto anche in altri Paesi dove
la biodiversità è a rischio di estinzione. La donazione è stata caldeggiata
dalla Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici e Artistici
della Santa Sede e pienamente condivisa dal Governatorato della Città del
Vaticano. L'iniziativa è infatti in piena sintonia con il magistero del Santo
Padre e in particolare con le raccomandazioni dell'Enciclica Laudato si'»
L’Associazione Patriarchi della Natura in
Italia di Forlì, che ha come simbolo il Pinus longaeva che cresce in
California, uno degli alberi più longevi del mondo con i suoi 4800 anni di età,
svolge attività di divulgazione, informazione, promozione e valorizzazione
degli aspetti naturali del territorio e della cultura rurale; si occupa degli
alberi monumentali italiani a 360 gradi, avendo particolare attenzione a tutto
ciò che sta loro "intorno", come gli aspetti storici, culturali e
paesaggistici del territorio e delle comunità locali. Realizza censimenti,
monitoraggi, progetti di ricerca, pubblicazioni, banche dati, mostre
fotografiche, pubbliche conferenze, consulenze tecniche ed altre iniziative;
interviene presso le Istituzioni pubbliche per segnalare e contrastare
situazioni che possono minacciare la sopravvivenza dei vecchi alberi e degli
habitat naturali. Uno specifico interesse viene riservato alla conoscenza dei
vecchi alberi da frutto e alla tutela della biodiversità rurale, specie ai fini
della conservazione delle antiche varietà e cultivar agrarie e della
valorizzazione dell’alimentazione e della cucina tradizionale delle varie
regioni d’Italia. Gestisce inoltre un archivio dati di oltre 12.000 patriarchi
arborei d'Italia che viene periodicamente aggiornato ed implementato.
L'Associazione ha soci e collaboratori su tutto il territorio nazionale
attraverso i quali ha costituito una "rete" di relazioni, la
"Rete dei Patriarchi", funzionale al conseguimento delle finalità
statutarie. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito: www.patriarchinatura.it
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