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ENVIRONMENT AND OLD LANDSCAPE

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giovedì 10 settembre 2015

NOTIZIE DALL'ISPRA E DA EXPO MILANO - FRUTTI DIMENTICATI - PRESENTAZIONE





I frutti dimenticati delle regioni italiane”, contributo ISPRA per EXPO 2015

Il progetto dei Quaderni “Frutti dimenticati – Biodiversità ritrovata” è nato nel 2010, anno in cui l'ONU ha proclamato l’Anno Internazionale della Biodiversità. Il successo dei primi quaderni ha consentino di sviluppare una collana organica e coerente sui Frutti dimenticati e definire, con un taglio scientifico-divulgatico, il quadro della situazione delle Regioni italiane. Questa iniziativa intende essere un contributo alla conservazione e conoscenza dell’agrobiodiversità, il processo che ha generato, attraverso la selezione da parte dei contadini locali, la più grande molteplicità in Europa di animali e vegetali legati al territorio.

Questo tipo di biodiversità è a rischio perchè basata su pratiche agricole tradizionali dal futuro incerto, a causa di processi di globalizzazione e standardizzazione dei prodotti, basati spesso su logiche più economiche che ecologiche e di politiche non sempre rispettose dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Negli ultimi anni i frutti dimenticati conoscono un crescente interesse: il mondo della ricerca studia le antiche varietà per l’utilizzo nell’agricoltura sostenibile e nelle biotecnologie. È ormai condivisa, anche in relazione alle variazioni che il cambiamento climatico sta apportando ai cicli produttivi, la nozione che le informazioni genetiche contenute nelle antiche varietà colturali sono fondamentali per lo sviluppo di ceppi genetici resistenti alla siccità, al caldo, alla salinità ed alle malattie, a crescita veloce e con alta resa. Parallelamente sta diffondendosi nell’opinione pubblica l’esigenza di cibi genuini ad alto valore nutraceutico e organolettico, di consumi stagionali a chilometro zero, di varietà capaci di sopravvivere senza fitofarmaci e concimi sintetici dannosi per l’ambiente.
A livello strategico e normativo il Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo, le Direttive e i Regolamenti europei, in considerazione della scomparsa e della continua riduzione delle risorse genetiche animali, vegetali e microbiche, forniscono esplicitamente linee guida per la valorizzazione delle risorse genetiche in agricoltura e la massima diffusione di cultivar locali di specie eduli resistenti alle patologie, all’aridità e in grado di crescere su suoli svantaggiati. Tale diffusione permette di limitare l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti, favorendo l’ecocompatibilità delle attività agricole.
All’interno di questo quadro l’ISPRA partecipa, per ruolo istituzionale, alla promozione delle iniziative volte a sostenere l’agricoltura ecosostenibile nell’ambito della ricerca applicata, del monitoraggio, dell’informazione ambientale e della conservazione della natura.
La grande manifestazione di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che si svolge a Milano, è certamente in sintonia con queste finalità, perchè i frutti antichi sono cibi di qualità che rispettano la salute e l’ambiente e favoriscono il risparmio energetico. Per questo si è deciso di curare per l’occasione, una raccolta su supporto informatico (CD) dei quaderni prodotti come esplicito contributo ISPRA all’importante iniziativa. Il CD, incluso in un cofanetto e accompagnato da un elegante brochure, sarà presentato presso EXPO 2015 durante gli eventi della Giornata Mondiale dell’Alimentazione curati dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mareil .

A BREVE DISPONIBILI I TESTI SUL SITO DELL’ISPRA




SE VOLETE SCARICARVI IL TESTO E VEDERLI ANDATE A QUESTI LINKS:
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mercoledì 10 giugno 2015

LA QUERCIA: BETI PIOTTO - ISPRA - Svalbard Global Seed Vault






RICEVIAMO E VOLENTIERI RIPUBBLICHIAMO
dal
 blog di NoixLucoli
di emanuela mariani



LA QUERCIA
DI BETI PIOTTO



Quando si dice “forte come una quercia” si dice una mezza verità. Ma una mezza verità è anche una mezza bugia. Le querce, ovvero le numerose specie che appartengono al genere Quercus, compaiono spesso negli stemmi per indicare forza: dall’emblema della Repubblica Italiana a quello di molte famiglie (della Rovere, Farnese, ecc.). E la potenza di queste piante è vera tenuto conto della maestosità degli alberi e della robustezza del legno. Quello che non si dice è che le querce hanno un debolissimo tallone d’Achille rappresentato dalla loro propagazione.
Intanto, come tante altre specie arboree, la fruttificazione delle querce è irregolare. Ci sono ”pascione” e cioè anni di elevata produzione di ghiande (per comodità le chiamiamo semi ma botanicamente sono frutti) che si alternano ad anni di fruttificazione scarsa, l’entità dell’intervallo varia con la specie e con le condizioni ambientali. Quando la fruttificazione è scarsa risulta anche bassa la qualità del seme, di conseguenza non è consigliato l’impiego per eventuali rimboschimenti. Dal punto di vista eco-fisiologico, successivi anni di “magra” aiuterebbero a contenere le popolazioni di nemici naturali che diminuirebbero progressivamente la loro presenza. Nell’anno di pasciona, invece, grazie alla massiccia presenza di ghiande la specie vegetale sarebbe in grado di espandere il proprio areale di distribuzione.
Altra limitazione nella propagazione delle querce è rappresentato dalla disseminazione. Le ghiande sono semi relativamente pesanti e rimangono naturalmente vicine alla pianta madre dove la competizione risulta elevata. Vi è quindi bisogno di vettori (uccelli e/o piccoli mammiferi) per trasportare i semi altrove ed espandere così la presenza della specie. Se in territori poco antropizzati questo non è un problema, la disseminazione diventa difficile in aree frammentate, cementificate, intensamente abitate come le zone costiere.

Più del 90% delle 7.000 specie di cui è stata studiata l’attitudine alla conservazione del seme ha sviluppato un meccanismo di auto-conservazione che, in modo estremamente semplificato, può descriversi così: raggiunta la maturità, i semi “spengono” tutti i processi fisiologici e si auto-essiccano (in genere fino ad un contenuto di umidità intorno al 10%). In questo stato possono meglio resistere all’inverno, al tempo, ad avversità di diverso tipo (noti sono i chicchi di cereali ancora vitali nelle tombe egizie) e quindi l’uomo ha sfruttato questa caratteristica naturale per conservare a lungo i semi destinati all’alimentazione. La possibilità di conservare a lungo i semi rappresenta un’arma potente per la difesa delle risorse genetiche, un’assicurazione per il futuro. In questo senso è stata recentemente inaugurata nelle Isole Svalbard una gigantesca Banca dei Semi (Svalbard Global Seed Vault, v. foto) che ha la missione di conservare il patrimonio genetico vegetale, principalmente quello agro-alimentare, di tutti i paesi del mondo. Viene perciò naturale chiamare “Banca” un luogo che custodisce tesori genetici per oggi e per il futuro.
In tempi di forti cambiamenti climatici preoccupante è, invece, l’esistenza effimera delle ghiande che vivono soltanto pochi mesi (dall’autunno alla primavera) e sono di difficile (e costosa) conservazione da parte dell’uomo. A differenza dei semi sopradescritti (botanicamente detti “ortodossi”), nella loro evoluzione i frutti delle querce non hanno sviluppato i processi di disattivazione fisiologica ed auto-essicazione, anzi, la disidratazione è letale. Non vi è in questi semi una “pausa” dei processi vitali per cui le ghiande sono portate a germinare subito se vi sono la condizioni. Nei nostri climi è il freddo a rallentare la germinazione fino alla primavera ma se l’autunno non è stato particolarmente severo le ghiande emettono la radice (che assorbe acqua e le mantiene in vita) e aspettano la primavera per completare la germinazione con l’emergenza della parte aerea (vedi grafico). L’assorbimento di acqua porta all’aumento di volume e quindi alla spaccatura delle vestiture esterne; i cotiledoni rimasti così parzialmente scoperti spesso acquisiscono una colorazione rossastra in inverno. Le ghiande che per motivi diversi in primavera non sono riuscite a germinare, muoiono.
La conservazione artificiale delle ghiande, che non va mai oltre i 3-4 anni, è stata intensamente studiata in Polonia ed in Francia in risposta ai crescenti periodi di scarsa fruttificazione che rallentavano i lavori di rimboschimento. La conservazione artificiale delle ghiande è comunque costosa perché abbisogna di grandi spazi e di termo-trattamenti per il controllo di funghi. La crioconservazione in azoto liquido di embrioni diventerà, probabilmente, una via percorribile per molte specie con semi di difficile conservazione come le ghiande; al momento è applicata in via sperimentale per materiale particolarmente prezioso (le collezioni rinascimentali di agrumi di Cosimo dei Medici vengono conservate anche in questo modo).
Le specie quercine sono importanti in Italia in quanto componenti fondamentali delle nostre foreste. Le descritte peculiarità delle ghiande scoprono però lati di vulnerabilità che possono essere ragionevolmente arginati se si lavora per non disturbare gli habitat naturali di queste specie favorendo inoltre la continuità del verde per consentire gli scambi genici tra popolazioni. A questo proposito è bene ricordare ancora che per i semi delle querce non vi sono attualmente vie relativamente poco costose di protezione delle risorse genetiche come la lunga conservazione dei semi in Banche dei Semi, largamente praticate, invece, per altre specie vegetali con semi che tollerano la disidratazione spinta.

Beti Piotto
ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale


LA BANCA DEL GERMOPLASMA 
ISOLE SVAALBARD

Svalbard Global Seed Vault