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ENVIRONMENT AND OLD LANDSCAPE

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lunedì 22 aprile 2013

GRANDI ALBERI MONUMENTALI

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Censiti oltre 600 Patriarchi nella Provincia di Roma
Vi ricordiamo che Mercoledì 24 aprile alle ore 11,30, nella Sala Peppino Impastato di Palazzo Valentini, via IV Novembre 119/A si terrà la presentazione dei risultati del Censimento dei grandi alberi della Provincia di Roma (escluso il Comune di Roma) realizzato per l’Amministrazione Provinciale dall’Associazione Patriarchi della Natura in Italia, in collaborazione con il Comitato per la Bellezza. Grandi alberi secolari e plurisecolari sono stati individuati e censiti nei parchi regionali, nelle oasi e nelle riserve naturali, vicino ai santuari, alle abbazie, alle pievi, presso i siti archeologici, all’interno della dimore storiche più antiche o in aperta campagna.
Questo lavoro “sul campo” durato due anni, dal 2010 al 2012, in 120 Comuni ha portato alla misurazione e al censimento di oltre 600 “unità arboree”, intendendo per esse i singoli esemplari, i gruppi di alberi, i filari di tre o più esemplari, i boschi monumentali. Esattamente 604 segnalazioni che andranno a costituire l’archivio di base dell’Ente che riassumerà e svolgerà le funzioni fin qui attribuite alla Provincia. Sul totale dei 120 Comuni monitorati dal gruppo di lavoro, in 95 di essi è stato censito almeno un esemplare, in altri 17 dieci e più entità arboree rilevanti. Tutti i dati raccolti sono stati analizzati, verificati, elaborati e quindi inseriti in un data-base. I punti rilevati col GPS sono stati scaricati sul PC, trattati con software specifico e visualizzati sulla cartografia.
Le antiche piante da frutto censite sono soprattutto Olivi, Castagni, Ciliegi, Peri, Noccioli, Fichi, Mandorli, Carrubi, Gelsi, Susini e Viti.
Le piante forestali e/ornamentali sono Roverelle (Quercus pubescens), Lecci (Quercus ilex), Faggi (Fagus sylvatica), Pino domestico (Pinus pnea), Cedri (del Libano, dell’Atlante, dell’Hymalaia), Cipressi comuni, Cerri, Aceri campestri, Aceri di monte, Pini di Aleppo, Platani, Querce da sughero, Farnie, Pioppi, Tigli, Bagolari.
Con alcune curiosità particolari come il Ciliegio canino, il Carpino bianco, l’Ontano nero, il Tasso, il Glicine, l’Albero di Giuda, l’Agrifoglio, l’Ailanto, il Biancospino, l’Eucalipto, il Corbezzolo.
Fra di esse vogliamo segnalare più specificatamente il Carpino bianco della Caldara di Manziana in Comune di Bracciano con oltre 5 metri di circonferenza, il quale vegeta in un luogo magico dove crescono betulle, cioè piante alpine. Molto interessanti anche i 3-4 Tassi del Semprevisa, piante plurisecolari sopravvissute in località Pian della Faggeta nel Comune di Carpineto Romano, relitti di una foresta di Tassi dell’era glaciale. Impressionante il Fico della Cattedrale, un gigante decisamente vecchio cresciuto all’interno di una chiesa abbandonata in Comune di Canale Monterano e che riceve luce dal soffitto da tempo crollato. L’Olivo di Palombara Sabina è forse il più antico dell’intero Lazio: questo patriarca più che millenario produce ancora delle olive piccole di una varietà chiamata Olivastrone, nel cavo del vastissimo tronco i palombaresi mettevano in fresco il vino per il 5 agosto, data dell’annuale pellegrinaggio alla Madonna della Neve. Infine il Ciliegio di Velletri, uno dei più grandi d’Italia: esso cresce lungo la strada che da Velletri porta a Nemi, ha un tronco di oltre 3 metri di circonferenza ed è alto quasi 18 metri, tanto che da lontano lo si può scambiare per una grande quercia.
Molti altri dati verranno forniti nella conferenza stampa di mercoledì 24 luglio, insieme a notizie sul metodo di lavoro e sul valore di questi patriarchi, in specie quelli da frutto, per la conservazione di un biodiversità altrimenti minacciata di estinzione o di deperimento.
 Associazione Patriarchi della Natura in Italia Sergio Guidi
Comitato per la Bellezza Vittorio Emiliani


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