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ENVIRONMENT AND OLD LANDSCAPE

BENVENUTI NEL BLOG DI TERREALTE.ORG DEDICATO AL PAESAGGIO - QUI TROVERETE UNA RACCOLTA DI FOTO SUL PAESAGGIO ITALIANO ANTICO (ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO E BOTANICA) IN PARTICOLARE SULLE VITI MARITATE (OLD LANDSCAPE )

ALCUNE FOTO SONO DI AUTORI SCONOSCIUTI

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mercoledì 19 ottobre 2022

CONVEGNO A ROMA ORTO BOTANICO - MITIGAZIONE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO CONTRIBUTO DI AGRICOLTURA E FORESTE - VIGNETO ITALICO

 INTERESSANTE CONVEGNO ORTO BOTANICO ROMA


SI E' TENUTO A ROMA IL 6 E 7 OTTOBRE 2022

GUARDATE ANCHE LE FOTO DEL VIGNETO ITALICO DOPO 

LA VENDEMMIA




L'ARANCERA DELL'ORTO BOTANICO DI ROMA






ù



























LA MAGNOLIA DI LARGO CRISTINA DI SVEZIA A ROMA





giovedì 21 aprile 2022

VEDUTE ANTICHE DEL GRAN SASSO - FOTO DEL 1911 DELL'AVV. DE VINCENTIS

 

INTERESSANTI FOTO DEL GRAN SASSO AI PRIMI DEL '900




RIFUGIO GARIBALDI PRIMA DELLA REALIZZAZIONE DELL'INGRESSO DAL TETTO

1911 ?

FOTO DE VINCENTIS




IDEM




UN PASSAGGIO AL CORNO PICCOLO

martedì 29 marzo 2022

MELO DI FONDO - GRANDI NOVITA' - IL 22 APRILE A FONDO (TRENTO) - ASSOCIAZIONE PATRIARCHI FORNISCE UN GEMELLO DEL MELO DI FONDO ORMAI MORTO

 RICEVIAMO DALL'ASSOCIAZIONE GRANDI PATRIARCHI

E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

LEGGETE LA STORIA CHE STA DIETRO QUESTO EVENTO

GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 2022



IL MELO DI FONDO (TN) COM'ERA
2013



I FRUTTI



LA NUOVA PIANTA DI MELO DI FONDO



Il 22 aprile prossimo rinascerà la pianta di melo centenaria più vecchia d’Italia, grazie al salvataggio realizzato dall’associazione Patriarchi della Natura in Italia

 

Questo evento speciale dimostra come un gesto d’amore può vincere anche la morte

 

La storia che ci lega al melo di Fondo inizia nel 2011 quando una delegazione dell’associazione Patriarchi della Natura ha partecipato nel mese di ottobre a Pomaria, una manifestazione che si tiene ogni anno in Val di Non per celebrare uno tra i frutti più coltivati nel mondo: la mela.

In quella occasione abbiamo avuto modo di ammirare una bella mostra pomologica che esponeva centinaia di vecchie varietà locali e conoscere le caratteristiche dei vari frutti. In quella occasione era stato presentato al pubblico un progetto denominato “Camminalberi” che permetteva la visita ad alcuni patriarchi arborei più vecchi di tutta la valle e tra questi c’era appunto il melo di Fondo, il più vecchio d’Italia che fino al 2013 cresceva nei campi destinati a foraggio a confine tra il comune di Fondo e Sarnonico.

Già in quella occasione ci eravamo accorti che questo patriarca centenario era avviato verso la fine dei suoi giorni; infatti presentava parte della chioma ormai disseccata e la vegetazione estiva era cresciuta di pochi centimetri.

La maestosità di questo melo ci aveva colpito, soprattutto in ragione del fatto che questa specie non è molto longeva e difficilmente supera il secolo di vita; inoltre era anche un’antica varietà locale che prendeva il nome dal comune di Fondo, infatti si chiamava ‘Rosa di Fondo’ di taglia più piccola delle solite mele rosa, ma di sapore eccezionale. La pianta, dotata di grande rusticità. non veniva mai trattata e nonostante ciò produceva ogni anno grandi quantità di frutti dalla buccia verde brillante con la faccia rossa esposta al sole. Il mese di ottobre non è certo ideale per raccogliere le marze destinate agli innesti, infatti il mese ideale è marzo come dice il nome, ma adottando particolare attenzione siamo riusciti a conservare i piccoli rametti dovuti al lentissimo accrescimento fino alla primavera successiva per poter realizzare gli innesti con una tecnica particolare ed il risultato è stato positivo. Abbiamo così ricavato alcuni gemelli che abbiamo conservato nella nostra banca genetica e uno di questi lo abbiamo messo a dimora presso il Giardino dei Patriarchi d’Italia a villa dei Quintili di Roma dove oggi produce già i frutti. Durante l’estate scorsa  abbiamo avuto l’occasione di andare in Trentino per raccogliere materiale genetico di alcuni patriarchi a rischio di estinzione e abbiamo incontrato Alberto Larcher che, insieme con il signor Rodolfo, aveva progettato l’itinerario “Camminalberi” e parlando di patriarchi abbiamo ipotizzato di mettere a dimora nello stesso punto il gemello del Melo di Fondo. Non è stato difficile convincere il proprietario che ha subito accettato la nostra proposta e così abbiamo deciso pure la data: il prossimo 22 aprile, giornata mondiale della terra, alle ore 15, alla presenza di rappresentanti dell’Amministrazione locale, insieme ai tanti cittadini della Val di Non e amanti della natura coscienti che “ la natura ama nascondersi, per ridonarsi ogni anno, per tutti gli anni”. Un  evento importante per ricordare a tutte le generazioni il rispetto per il nostro unico pianeta. Sono invitati anche i media della comunicazione,  proprio per l’ unicità dell’evento e per  favorire la sensibilizzazione della  comunità degli abitanti la ‘nostra’ terra.

 

“Questa esperienza particolare  vuole essere la prova concreta di quanto l’umanità  può fare per salvare e mantenere la biodiversità che è la prima fra le ricchezze del nostro pianeta. Questo esempio di salvataggio di un’antica varietà locale dovrebbe essere preso come modello anche da altri paesi che stanno perdendo la loro biodiversità.

 

Sergio Guidi presidente dell’associazione Patriarchi della Natura in Italia

www.patriarchinatura.it

info@patriarchinatura.it


    qui di seguito l'articolo di Repubblica di Fabio Marzano:



mercoledì 12 gennaio 2022

ASCENSIONE AL GRAN SASSO DELL'AGOSTO 1911 - INTERESSANTE DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA RINVENUTA IN ARCHIVIO DI FAMIGLIA

 


PUBBLICHIAMO LE FOTO DI UN'ASCENSIONE AL GRAN SASSO

DEL 6 E 7 AGOSTO DEL 1911


PROBABILE PERNOTTAMENTO AL RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI NELLA SUA VERSIONE ORIGINARIA


SI RICONOSCE L'AVV. DE VINCENTIIS FOTOGRAFO UFFICIALE E ALCUNI MILITARI



PANNA DI COPERTONE A CAMARDA



CARICAMENTO VIVERI ASSERGI


RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI

PRIMA DI RISTRUTTURAZIONI L'INGRESSO ERA SUL LATO CORTO


PASSAGGIO DEL NEVAIO

PENSO DALLA VIA NORMALE


IL BRECCIAIO



LA VETTA




AGGIUNGO IMPORTANTE  FOTO DEL GHIACCIAIO DEL CALDERONE
SEMPRE DI DE VINCENTIIS
MA SENZA DATA, PROBABILMENTE COEVA










AGGIUNGO INFINE UN LINK A YOUTUBE
AD UNA CANZONE SULLA LEGGENDA DELLA NASCITA DEGLI ABRUZZESI (DA GRAN SASSO E MAJELLA)
DI MARIO LOLLI E CAMILLO BERARDI:



IL TESTO

LA LEGGENDA DEGLI ABRUZZESI

 

CI STEA   'NA   ‘OTE           C'ERA UNA VOLTA

 

Versi in vernacolo di Mario Lolli                                    Traduzione in lingua

Musica di Camillo Berardi

 

 

'Nu tempu lontanu de seculi  arrete,                          Un tempo lontano,  tanti secoli addietro,

mmischiata aji soli e alle stelle comete,                      mischiata ai soli e alle stelle comete,

'ntuvina  'nu pocu che ss'era prodotta?                      indovina un po' che cosa si era formata?

'Na cosa curiosa: 'na specie   'e gammotta.                Una cosa curiosa,  una specie di gomitolo.

Sopr'essa ci steano, a fattela breve,                            Sopra questo c'erano, a dirtela brevemente,

fiumane e montagne coperte de neve;                        fiumane e montagne coperte di neve;

pe' fa' la parija a  'ssi chiari de luna,                         per far la pariglia a questi chiari di luna,

de bestie e de piante sortanto chigguna;                    di bestie  e di piante soltanto qualcuna;

'na freca de sassi, petroliu e metanu,                         moltissimi sassi, petrolio e metano,

ma manco la puzza de quacche cristianu.                  ma neanche l'odore di qualche cristiano.

Durante 'sta lagna, 'ntramezz'a 'st'ammassu,           Durante quella lagna, in mezzo a quell' ammasso, 'nu monte  de quiji, chiamatu GRANSASSU,           un monte di quelli, chiamato GRANSASSO,  

che ss'era scocciatu de vive  'n zurdina,                    che si era scocciato di vivere in sordina,

decise 'nu jurnu de fa 'na manfrina.                         decise un giorno di fare una bravata.

Senténnose dentro 'nu stranu calore,                        Sentendosi dentro uno strano calore,

'na voja de fa' justappundu all'amore,                      una voglia di fare proprio all'amore,

jettò tutt'attornu 'nu sguardu assassinu                    gettò tutt'intorno uno sguardo assassino

e vedde, ma pròpetu loco vicinu,                                e vide, ma proprio lì vicino,

vistita de neve, coperta de ggelu,                                vestita di neve, coperta di gelo,

ma pîna de sole e d'azzurru de celu,                          ma piena di sole e d'azzurro del cielo,

'na bbella montagna dell'atre cchiù bbella               una bella montagna delle altre più bella

che d'era chiamata de nome MAJELLA.                  che era chiamata di nome MAJELLA.

Ji fece 'na corte cuscinta spietata                              Le fece una corte così spietata

che quella  pe' forza remase 'ncantata.                     che quella per forza rimase incantata.

Siccome  era femmona e quinni ciuciuetta               Siccome era femmina e quindi civetta

se fece, perciò, retira' la cauzetta;                             si fece, perciò, ritirare la calzetta;

pe' pocu, però, pecchè già se vetea                             per poco, però, perché già si vedeva

che, gira e revota, pur'essa ci stea.                            che, gira e rigira, anche lei ci stava.  

S'amôrno cuscinta co' tutte le forze                          Si amarono così con tutte le forze

che, pe' ju calore, la neve se sciorze;                         che, per il calore, la neve si sciolse;

la terra finì d'esse soda e 'gnorante,                           la terra finì di essere soda e ignorante,

spuntôrno coll'erba 'nu saccu de piante                    spuntarono con l'erba tantissime piante

de tanti colori pe' fa' da cornice                                di tanti colori per fare  cornice

la cchiù naturale a 'ssa coppia filice.                        la più naturale  a quella coppia felice.

Appena passati 'nu pocu de mesi                               Appena passati  pochi  mesi

nascèttero ji fiji chiamati ABBRUZZESI:                 nacquero i figli chiamati ABRUZZESI:

cuscì ficurôrno aju Statu Civile.                                così figurarono alla Stato Civile.

La razza ch'escette fu forte ggintile.                          La razza che nacque fu forte e gentile.

 

 

 

oooooOooooo

 

 

Lo saccio che tu, che sci' curtu de  mente,                   Lo so che tu che sei corto di mente,

vurristi sape' come mai quella ggente                          vorresti sapere come mai quella gente

- pozz'esse mo' accisa la curiosità -                             - possa essere ora  uccisa la curiosità -

tenesse nnascusci 'sse ddu' qualità.                              avesse nascoste queste due qualità.

La cosa me pare ch'è pròpetu vecchia;                         la cosa mi sembra che è proprio vecchia;

comunque pe' ti la ripeto, ma attecchia.                      comunque per te la ripeto, ma ascolta.

Comenzo: la forza ji venne affibbiata                          Comincio: la forza gli venne affibbiata

pecchè abbonicundi 'ssa ggente era nata                     perché, in conclusione, quella gente era nata

da ddu' gginitori chiuttostu rubusti,                             da due genitori piuttosto robusti

parlenno moternu dirrìa da "ddu' fusti";                    parlando modernamente direi da "due fusti";

risponno e concluto pe' lla ggintilezza:                        rispondo e concludo per la gentilezza:

ji venne trasmessa pe' via  dell'ardezza.                       gli venne trasmessa per via dell'altezza.