INTERESSANTE CONVEGNO ORTO BOTANICO ROMA
SI E' TENUTO A ROMA IL 6 E 7 OTTOBRE 2022
GUARDATE ANCHE LE FOTO DEL VIGNETO ITALICO DOPO
LA VENDEMMIA
OLD ITALIAN LANDSCAPE AND ENVIRONMENT VITE MARITATA-OPEN FIELDS LANDSCAPE - LABORATORIO PERMANENTE SUL PAESAGGIO ANTICO ITALIANO SITO DI STUDIO E SCAMBIO DI ESPERIENZE-FOTO SUL PAESAGGIO,LE SUE RADICI,LA SUA EVOLUZIONE. ARCHEOBOTANICA E ARCHEOLOGIA ARBOREA FOTO SULLE VITI MARITATE E SISTEMAZIONI AGRICOLE-PAESAGGIO A CAMPI APERTI E BOSCHI SACRI "SACRED WOODS"- CULTURAL HERITAGE,CULTURAL LANDSCAPE HERITAGE - RACCOLTA FOTO E ALTRE CURIOSITA'- ETNOBOTANICA
INTERESSANTE CONVEGNO ORTO BOTANICO ROMA
SI E' TENUTO A ROMA IL 6 E 7 OTTOBRE 2022
GUARDATE ANCHE LE FOTO DEL VIGNETO ITALICO DOPO
LA VENDEMMIA
INTERESSANTI FOTO DEL GRAN SASSO AI PRIMI DEL '900
RIFUGIO GARIBALDI PRIMA DELLA REALIZZAZIONE DELL'INGRESSO DAL TETTO
1911 ?
FOTO DE VINCENTIS
IDEM
RICEVIAMO DALL'ASSOCIAZIONE GRANDI PATRIARCHI
E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
LEGGETE LA STORIA CHE STA DIETRO QUESTO EVENTO
GIORNATA MONDIALE DELLA TERRA 2022
LA NUOVA PIANTA DI MELO DI FONDO
Il 22 aprile prossimo rinascerà la pianta di melo centenaria più
vecchia d’Italia, grazie al salvataggio realizzato dall’associazione Patriarchi
della Natura in Italia
Questo evento speciale
dimostra come un gesto d’amore può vincere anche la morte
La storia che ci lega al melo di
Fondo inizia nel 2011 quando una delegazione dell’associazione Patriarchi della
Natura ha partecipato nel mese di ottobre a Pomaria, una manifestazione che si
tiene ogni anno in Val di Non per celebrare uno tra i frutti più coltivati nel
mondo: la mela.
In quella occasione abbiamo avuto
modo di ammirare una bella mostra pomologica che esponeva centinaia di vecchie
varietà locali e conoscere le caratteristiche dei vari frutti. In quella occasione
era stato presentato al pubblico un progetto denominato “Camminalberi” che
permetteva la visita ad alcuni patriarchi arborei più vecchi di tutta la valle
e tra questi c’era appunto il melo di Fondo, il più vecchio d’Italia che fino
al 2013 cresceva nei campi destinati a foraggio a confine tra il comune di
Fondo e Sarnonico.
Già in quella occasione ci
eravamo accorti che questo patriarca centenario era avviato verso la fine dei
suoi giorni; infatti presentava parte della chioma ormai disseccata e la
vegetazione estiva era cresciuta di pochi centimetri.
La maestosità di questo melo ci
aveva colpito, soprattutto in ragione del fatto che questa specie non è molto
longeva e difficilmente supera il secolo di vita; inoltre era anche un’antica
varietà locale che prendeva il nome dal comune di Fondo, infatti si chiamava
‘Rosa di Fondo’ di taglia più piccola delle solite mele rosa, ma di sapore
eccezionale. La pianta, dotata di grande rusticità. non veniva mai trattata e
nonostante ciò produceva ogni anno grandi quantità di frutti dalla buccia verde
brillante con la faccia rossa esposta al sole. Il mese di ottobre non è certo
ideale per raccogliere le marze destinate agli innesti, infatti il mese ideale
è marzo come dice il nome, ma adottando particolare attenzione siamo riusciti a
conservare i piccoli rametti dovuti al lentissimo accrescimento fino alla
primavera successiva per poter realizzare gli innesti con una tecnica particolare
ed il risultato è stato positivo. Abbiamo così ricavato alcuni gemelli che
abbiamo conservato nella nostra banca genetica e uno di questi lo abbiamo messo
a dimora presso il Giardino dei Patriarchi d’Italia a villa dei Quintili di
Roma dove oggi produce già i frutti. Durante l’estate scorsa abbiamo avuto l’occasione di andare in
Trentino per raccogliere materiale genetico di alcuni patriarchi a rischio di
estinzione e abbiamo incontrato Alberto Larcher che, insieme con il signor
Rodolfo, aveva progettato l’itinerario “Camminalberi” e parlando di patriarchi
abbiamo ipotizzato di mettere a dimora nello stesso punto il gemello del Melo
di Fondo. Non è stato difficile convincere il proprietario che ha subito accettato
la nostra proposta e così abbiamo deciso pure la data: il prossimo 22 aprile,
giornata mondiale della terra, alle ore 15, alla presenza di rappresentanti
dell’Amministrazione locale, insieme ai tanti cittadini della Val di Non e
amanti della natura coscienti che “ la
natura ama nascondersi, per ridonarsi ogni anno, per tutti gli anni”.
Un evento importante per ricordare a
tutte le generazioni il rispetto per il nostro unico pianeta. Sono invitati
anche i media della comunicazione,
proprio per l’ unicità dell’evento e per
favorire la sensibilizzazione della
comunità degli abitanti la ‘nostra’ terra.
“Questa esperienza
particolare vuole essere la prova
concreta di quanto l’umanità può fare
per salvare e mantenere la biodiversità che è la prima fra le ricchezze del
nostro pianeta. Questo esempio di salvataggio di un’antica varietà locale
dovrebbe essere preso come modello anche da altri paesi che stanno perdendo la
loro biodiversità.
Sergio Guidi presidente
dell’associazione Patriarchi della Natura in Italia
info@patriarchinatura.it
PUBBLICHIAMO LE FOTO DI UN'ASCENSIONE AL GRAN SASSO
DEL 6 E 7 AGOSTO DEL 1911
PROBABILE PERNOTTAMENTO AL RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI NELLA SUA VERSIONE ORIGINARIA
SI RICONOSCE L'AVV. DE VINCENTIIS FOTOGRAFO UFFICIALE E ALCUNI MILITARI
PANNA DI COPERTONE A CAMARDA
CARICAMENTO VIVERI ASSERGI
RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI
PRIMA DI RISTRUTTURAZIONI L'INGRESSO ERA SUL LATO CORTO
PASSAGGIO DEL NEVAIO
PENSO DALLA VIA NORMALE
IL BRECCIAIO
LA
LEGGENDA DEGLI ABRUZZESI
CI STEA 'NA ‘OTE C'ERA UNA VOLTA
Versi in
vernacolo di Mario Lolli Traduzione in lingua
Musica di Camillo Berardi
'Nu tempu
lontanu de seculi arrete, Un tempo lontano, tanti secoli addietro,
mmischiata aji
soli e alle stelle comete,
mischiata ai soli e alle stelle comete,
'ntuvina 'nu pocu che ss'era prodotta? indovina un po' che cosa si
era formata?
'Na cosa
curiosa: 'na specie 'e gammotta. Una cosa curiosa, una specie di gomitolo.
Sopr'essa ci
steano, a fattela breve, Sopra questo
c'erano, a dirtela brevemente,
fiumane e
montagne coperte de neve;
fiumane e montagne coperte
di neve;
pe' fa' la
parija a 'ssi chiari de luna, per far la pariglia a
questi chiari di luna,
de bestie e de
piante sortanto chigguna;
di bestie e di piante soltanto
qualcuna;
'na freca de
sassi, petroliu e metanu, moltissimi sassi,
petrolio e metano,
ma manco la
puzza de quacche cristianu.
ma neanche l'odore di qualche cristiano.
Durante 'sta
lagna, 'ntramezz'a 'st'ammassu, Durante quella lagna, in
mezzo a quell'
ammasso, 'nu monte de quiji, chiamatu
GRANSASSU, un monte di
quelli, chiamato GRANSASSO,
che ss'era scocciatu de vive 'n
zurdina, che si era scocciato di
vivere in sordina,
decise 'nu jurnu de fa 'na manfrina. decise un giorno di
fare una bravata.
Senténnose dentro 'nu stranu calore, Sentendosi dentro uno
strano calore,
'na voja de fa' justappundu all'amore, una voglia di fare
proprio all'amore,
jettò tutt'attornu 'nu sguardu assassinu gettò tutt'intorno uno
sguardo assassino
e vedde, ma pròpetu loco vicinu, e vide, ma
proprio lì vicino,
vistita de neve, coperta de ggelu, vestita di neve,
coperta di gelo,
ma pîna de sole e d'azzurru de celu, ma piena di sole e
d'azzurro del cielo,
'na bbella montagna dell'atre cchiù bbella una bella montagna delle altre più
bella
che d'era chiamata de nome MAJELLA. che era chiamata di nome
MAJELLA.
Ji fece 'na corte cuscinta spietata Le fece una corte
così spietata
che quella pe' forza remase
'ncantata. che quella per forza
rimase incantata.
Siccome era femmona e quinni
ciuciuetta Siccome era femmina e quindi
civetta
se fece, perciò, retira' la cauzetta; si fece, perciò,
ritirare la calzetta;
pe' pocu, però, pecchè già se vetea per poco, però,
perché già si vedeva
che, gira e revota, pur'essa ci stea. che, gira e rigira,
anche lei ci stava.
S'amôrno cuscinta co' tutte le forze Si amarono così con
tutte le forze
che, pe' ju calore, la neve se sciorze; che, per il calore, la
neve si sciolse;
la terra finì d'esse soda e 'gnorante, la terra finì di
essere soda e ignorante,
spuntôrno coll'erba 'nu saccu de piante spuntarono con l'erba
tantissime piante
de tanti colori pe' fa' da cornice di tanti colori
per fare cornice
la cchiù naturale a 'ssa coppia filice. la più naturale a quella coppia felice.
Appena passati 'nu pocu de mesi Appena
passati pochi mesi
nascèttero ji fiji chiamati ABBRUZZESI: nacquero i figli chiamati
ABRUZZESI:
cuscì ficurôrno aju Statu Civile. così figurarono alla
Stato Civile.
La razza ch'escette fu forte ggintile. La razza che nacque
fu forte e gentile.
oooooOooooo
Lo saccio che tu, che sci' curtu de
mente, Lo so
che tu che sei corto di mente,
vurristi sape' come mai quella ggente vorresti sapere come mai quella gente
- pozz'esse mo' accisa la curiosità - -
possa essere ora uccisa la curiosità -
tenesse nnascusci 'sse ddu' qualità. avesse nascoste queste due qualità.
La cosa me pare ch'è pròpetu vecchia; la cosa mi sembra che è proprio vecchia;
comunque pe' ti la ripeto, ma attecchia. comunque per te la ripeto,
ma ascolta.
Comenzo: la forza ji venne affibbiata Comincio: la forza gli venne affibbiata
pecchè abbonicundi 'ssa ggente era nata perché, in conclusione, quella gente era
nata
da ddu' gginitori chiuttostu rubusti, da due genitori piuttosto robusti
parlenno moternu dirrìa da "ddu' fusti"; parlando modernamente direi da "due fusti";
risponno e concluto pe' lla ggintilezza: rispondo e concludo per la gentilezza:
ji venne trasmessa pe' via
dell'ardezza. gli venne trasmessa per via
dell'altezza.