UN TESTO INTERESSANTE SUL PAESAGGIO AGRARIO
FONTE: ESTRATTO DA QUADERNI ISPRA 5/2013
FRUTTI DIMENTICATI E BIODIVERSITA’
RECUPERATA
CASO DI STUDIO: LOMBARDIA
2.2 Il paesaggio agrario e le tecniche colturali tradizionali
Stella
Agostini, Vanna Forconi, Sergio Guidi, Leopoldo Tommasi, Massimo Raimondi
La
pianura padana
Il
paesaggio della pianura lombarda cambia in relazione alle regioni agrarie
determinate dal tipo di suolo e dalla presenza di acqua. Nell’alta pianura asciutta,
dove la permeabilità dei suoli fino al XIX secolo ha frenato lo sviluppo
dell’agricoltura, il paesaggio è caratterizzato dalla presenza delle ‘groane’ e
della brughiera, con prati naturali, boschi di latifoglie e di conifere, e
dagli impianti di gelsi impiegati per l’allevamento del baco da seta. Una rete
irrigatoria di rogge e canali che si estende per 40.000 km segna il paesaggio
della bassa pianura irrigua e l’acqua diventa l’elemento predominante nelle
risaie della Lomellina. Nella fascia dei fontanili, la presenza delle risorgive
ha consentito lo sviluppo delle marcite. La marcita è una speciale coltura
pratense perenne tipica della pianura lombarda sulla quale viene praticata
l’irrigazione a gravità anche durante l’inverno freddo e piovoso utilizzando le
acque risorgenti, provenienti da falde acquifere poco profonde caratterizzate
da una temperatura mai inferiore ai 10 °C. In pratica si tratta di un prato
irriguo termoregolato che permette la crescita continua di foraggio durante
tutto l’anno, ragion per cui la regione lombarda è così ricca di allevamenti
zootecnici e di produzioni tipiche di formaggi e latticini. Oggi purtroppo la
pratica della marcita, congeniale all’allevamento dei bovini da latte, è in
forte disuso. Un altro paesaggio significativo è quello delle valli fluviali
del Ticino, del Sesia e del Pò, caratterizzato dalla presenza delle lanche, di
zone umide e di garzaie.
Caratteristica
sistemazione idraulico-agraria della Pianura Padana è la piantata che ha
origine nella metà del XV secolo quando iniziò il recupero di spazi agrari
abbandonati e inselvatichiti tramite dissodamenti e bonifiche. Dal Cinquecento
in poi i testi agronomici indicano le norme e le regole per una buona dotazione
arborea per il podere e per l’annessa coltura della vite. Questo cambiamento
innesca un processo di profonda riorganizzazione agronomica, sociale e
produttiva che, in Lombardia e in altre zone limitrofe, modella e definisce la
piantata lombarda e la ricca rete di acque naturali e artificiali intorno ai campi
come paesaggio agrario, e le cascine come modello di insediamento rurale.
La
piantata lombarda consisteva in una striscia di suolo larga circa 4-6 metri
posta tra due campi vicini e tracciata attraverso l’apertura di due solchi
acquai per mezzo dell’aratro. I campi sono di forma rettangolare larghi circa
30-35 metri e lunghi 80- 100 metri. La piantumazione di filari di alberi sulla
piantata aveva molteplici scopi: gli alberi di alto fusto fornivano legname;
gli alberi da frutto (meli, pruni, ciliegi, noccioli, nespoli ecc.) erano
un’importante risorsa alimentare; i filari di piante come salici e gelsi
servivano per la realizzazione di cesti e utensili; le siepi monovarietali
(biancospini, prugnoli, rose arbustive) segnavano i confini; le fasce arboreo-arbustive,
ricche di essenze spontanee, avevano lo scopo di mantenere salde le rive dei
canali; i filari di olmi, aceri campestri e gelsi servivano da tutori per la
vite.
Tra
le diverse tipologie di piantata, la vite maritata è forse la più antica e
consisteva nella coltivazione di filari di alberi con la funzione di tutori per
la vite, i cui tralci crescevano in alto tra gli alberi permettendo ai grappoli
la massima insolazione.
Oggi
il paesaggio agrario è profondamente cambiato per la forte azione antropica
dell’uomo; le cascine, però, restano ancora a testimonianza di un’agricoltura
tradizionale che ha saputo utilizzare al meglio le risorse di questo
territorio. Per non disperdere questo patrimonio paesaggistico, di storia e di
cultura, la Regione Lombardia promuove l’attività agricola in numerosi parchi
regionali. Un esempio è il Parco Agricolo Sud Milano una realtà importante che
si estende su una vasta area a semicerchio lungo il perimetro sud della
provincia di Milano. Il parco è nato con lo scopo di proteggere e valorizzare
la vocazione agricola di questo territorio e di tutelare ambiente e paesaggio.
Fu istituito nel 1990, attualmente è gestito dalla Provincia di Milano e la sua
superficie comprende ben 61 Comuni. Il suo territorio è ricco di nuclei rurali
e cascine ma anche di presenze monumentali come le abbazie di Chiaravalle
(Cistercense), di Mirasole e Viboldone (Umiliati), i castelli viscontei di
Binasco, Cusago e Melegnano, oltre a quelli di Cassino Scanasio (Trecento),
Locate Triulzi e Peschiera Borromeo (Quattrocento), Buccinasco e Macconago
(Cinquecento), Rocca Brivio (Seicento).
Prealpi
e Alpi lombarde: il paesaggio della vite e del castagno Nella fascia prealpina
lombarda la coltivazione della vite ha un ruolo importante testimoniato dalla produzione
vinicola di questa regione, con punte di eccellenza sia nei vini bianchi sia in
quelli rossi. Ormai la maggior parte dei vitigni antichi è stata sostituita da
quelli più moderni e produttivi, sebbene qualche antica varietà sia rimasta,
soprattutto nelle piccole aziende che producono vini locali per l’autoconsumo.
Le
iniziative per promuovere le produzioni vitivinicole in questo territorio sono
state numerose. La Lombardia infatti è una delle prime regioni italiane ad aver
sviluppato le ‘Strade del vino’, cioè itinerari che hanno l'obiettivo di
valorizzare e promuovere prodotti enogastronomici tipici e di qualità. Le
strade del vino sono facilmente individuabili attraverso una segnaletica
stradale uniformata per tutto il territorio ed il turista potrà visitare
cantine, aziende, agriturismi, enoteche ed osterie che tengono alti i requisiti
dei prodotti tipici lombardi. Numerosi sono anche i consorzi di tutela a difesa
dei vini lombardi come il Consorzio di Tutela Vini DOC Garda Classico,
Consorzio di Tutela Vini di Valtellina, Consorzio per la Tutela del
Franciacorta, Consorzio Produttori del Vino Maroggia, Consorzio Tutela Lugana
DOC, Consorzio Tutela Oltrepò Pavese, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio
Volontario Vino DOC San Colombano.
Il
paesaggio agro-forestale tradizionale della zona del castagno è la selva
castanile (castagneto da frutto), riconosciuta anche dal Catasto Italiano e
dalla L.R. n. 5 del 20 luglio 2007 e definita da una copertura forestale rada
che lascia filtrare luce sufficiente per la crescita di erba al suolo. In
Lombardia le selve castanili sono presenti soprattutto nelle Prealpi e in
particolare nell’alto Lario, Val Camonica, Valtellina, Val Chiavenna e Val
Trompia.
SULLA VITE MARITATA MOLTO IMPORTANTE PER LA BIBLIOGRAFIA E I RIFERIMENTI ANCHE ICONOGRAFICI IL TESTO DI MARIA ANTONIETTA ACETO :
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA VITE MARITATA: ALCUNE RECENTI IDENTIFICAZIONI
IN rIVISTA DI TERRA DI LAVORO, BOLLETTINO DELL'ARCHIVIO DI STATO DI CASERTA, ANNO XI, N. 1, APRILE 2016
Nessun commento:
Posta un commento