BAVER VIGNETI PROTETTI
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PRELEVATE DALLA RETE
Godega Sant’Urbano, fraz. BAVER (TREVISO)
NE HANNO PARLATO IN TV, NE HANNO PARLATO I GIORNALI E LA RETE MA, PRIMA DI TUTTI NE ABBIAMO PARLATO NOI DEL LABORATORIO PERMANENTE PAESAGGIO:
Emanato dal
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione
Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, il provvedimento con
cui ilVigneto storico di Baver viene dichiarato di interesse culturale
particolarmente importante, ai sensi del D.Lgs. 22.01.2004 n.
42 e quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto
D.Lgs..
L’area in
questione, come viene confermato dal Ministero, si può considerare un vero e proprio museo vivente della vecchia
viticoltura veneta e come tale meritevole di salvaguardia in quanto assume quel
valore identitario che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio più volte
richiama.
sono tre con i
loro suggestivi toponimi: Zhercol, Talpon e Talponet, un po’ in pianura e un
po’ in declivio, a due passi dal borgo di Baver, che è a sua volta tutelato
come bene storico per la sua fisionomia e per la presenza della chiesetta di
san Biagio con affreschi del ’500. Le viti
si estendono per quasi un ettaro e mezzo, 14 mila metri a “piantata
trevigiana”, declinazione locale dell’antica “piantata padana”. Che vuol dire
che le viti sono maritate, sposate ai gelsi, agli aceri e agli olmi: gli alberi
davano sostegno e materiali per la vita contadina, legna da ardere e per gli
attrezzi, cibo per i bachi da seta... Da vedere, poi, danno luogo ad un
paesaggio affascinante, mosso da linee orizzontali e verticali, un tripudio di
verde in primavera ed estate, una geometria tutta naturale d’inverno. Vuoi
mettere, qualche chilometro più in là, i vigneti a paletti di cemento o di
ferro che grondano prosecco industriale?
Le viti di
Baver sono centenarie così come i più di cento olmi che si alternano alle
piante: tutto documentato fin dal catasto napoleonico del 1811. E ancora: sono
coltivate come una volta, a mano, la tecnica di potatura è antica, i “cai” si
legano con il vimini, non si fa uso di disseccanti, il trattamento si fa solo
con calce, rame e zolfo. Un altro mondo. Insomma, il concetto base è che «il
vincolo parte dalla salvaguardia di questa cultura storica».
SE VOLETE APPROFONDIRE CLIC:
PER APPROFONDIRE
http://laboratoriopermanentepaesaggio.blogspot.it/search/label/World%20Heritage%20Cultural%20Landscapes
IL BACCO DI CARSULAE
UN MODELLO A NOI MOLTO NOTO
IL MIRACOLO DELL'UVA: ANTONIAZZO ROMANO (1468 )
DAL CONVENTO DI SANTA FRANCESCA ROMANA TOR DE SPECCHI, A ROMA
NOTARE CHE IL MIRACOLO CHE FA SGORGARE UVA DISSETANTE A GENNAIO AVVIENE IN UNA VITE MARITATA