RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Censiti oltre 600 Patriarchi nella Provincia di Roma
Vi ricordiamo che Mercoledì 24 aprile alle ore 11,30, nella
Sala Peppino Impastato di Palazzo Valentini, via IV Novembre 119/A si terrà la
presentazione dei risultati del Censimento dei grandi alberi della Provincia di
Roma (escluso il Comune di Roma) realizzato per l’Amministrazione Provinciale
dall’Associazione Patriarchi della Natura in Italia, in collaborazione con il
Comitato per la Bellezza. Grandi alberi secolari e plurisecolari sono stati
individuati e censiti nei parchi regionali, nelle oasi e nelle riserve
naturali, vicino ai santuari, alle abbazie, alle pievi, presso i siti
archeologici, all’interno della dimore storiche più antiche o in aperta
campagna.
Questo lavoro “sul campo” durato due anni, dal 2010 al 2012,
in 120 Comuni ha portato alla misurazione e al censimento di oltre 600 “unità
arboree”, intendendo per esse i singoli esemplari, i gruppi di alberi, i filari
di tre o più esemplari, i boschi monumentali. Esattamente 604 segnalazioni che
andranno a costituire l’archivio di base dell’Ente che riassumerà e svolgerà le
funzioni fin qui attribuite alla Provincia. Sul totale dei 120 Comuni
monitorati dal gruppo di lavoro, in 95 di essi è stato censito almeno un
esemplare, in altri 17 dieci e più entità arboree rilevanti. Tutti i dati
raccolti sono stati analizzati, verificati, elaborati e quindi inseriti in un
data-base. I punti rilevati col GPS sono stati scaricati sul PC, trattati con
software specifico e visualizzati sulla cartografia.
Le antiche piante da frutto censite sono soprattutto Olivi,
Castagni, Ciliegi, Peri, Noccioli, Fichi, Mandorli, Carrubi, Gelsi, Susini e
Viti.
Le piante forestali e/ornamentali sono Roverelle (Quercus
pubescens), Lecci (Quercus ilex), Faggi (Fagus sylvatica), Pino domestico
(Pinus pnea), Cedri (del Libano, dell’Atlante, dell’Hymalaia), Cipressi comuni,
Cerri, Aceri campestri, Aceri di monte, Pini di Aleppo, Platani, Querce da
sughero, Farnie, Pioppi, Tigli, Bagolari.
Con alcune curiosità particolari come il Ciliegio canino, il
Carpino bianco, l’Ontano nero, il Tasso, il Glicine, l’Albero di Giuda,
l’Agrifoglio, l’Ailanto, il Biancospino, l’Eucalipto, il Corbezzolo.
Fra di esse vogliamo segnalare più specificatamente il
Carpino bianco della Caldara di Manziana in Comune di Bracciano con oltre 5
metri di circonferenza, il quale vegeta in un luogo magico dove crescono
betulle, cioè piante alpine. Molto interessanti anche i 3-4 Tassi del
Semprevisa, piante plurisecolari sopravvissute in località Pian della Faggeta
nel Comune di Carpineto Romano, relitti di una foresta di Tassi dell’era
glaciale. Impressionante il Fico della Cattedrale, un gigante decisamente
vecchio cresciuto all’interno di una chiesa abbandonata in Comune di Canale
Monterano e che riceve luce dal soffitto da tempo crollato. L’Olivo di
Palombara Sabina è forse il più antico dell’intero Lazio: questo patriarca più
che millenario produce ancora delle olive piccole di una varietà chiamata
Olivastrone, nel cavo del vastissimo tronco i palombaresi mettevano in fresco
il vino per il 5 agosto, data dell’annuale pellegrinaggio alla Madonna della
Neve. Infine il Ciliegio di Velletri, uno dei più grandi d’Italia: esso cresce
lungo la strada che da Velletri porta a Nemi, ha un tronco di oltre 3 metri di
circonferenza ed è alto quasi 18 metri, tanto che da lontano lo si può
scambiare per una grande quercia.
Molti altri dati verranno forniti nella conferenza stampa di
mercoledì 24 luglio, insieme a notizie sul metodo di lavoro e sul valore di
questi patriarchi, in specie quelli da frutto, per la conservazione di un biodiversità
altrimenti minacciata di estinzione o di deperimento.
Comitato per la Bellezza Vittorio Emiliani