FONTE:FRUTTI DIMENTICATI E VARIETA - ISPRA
Viti
allevate a festone su sostegni “vivi” (in Bottari G., L’accoppiamento delle
viti
ai
gelsi, Alvisopoli, N. e G. Bettoni, 1810)
INTERESSANTISSIMO ACERO MARITATO A VITE, POTATURA A VASO
FOTO: LUIGI TONOLLI TERAMO 2017
VALLE DEL TORDINO
LOCALITA':
OCCORREREBBE SAPERE ANCHE CHE VITE E'....
VILLA BROZZI
FRAZIONE DI VILLA VOMANO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
DALLA VALLE DEL TORDINO
(TERAMO- ITALY)
LUIGI
TONOLLI uno studente universitario appassionato di agricoltura tradizionale e
di territorio rurale SCRIVE UNA BELLA NOTA ALLEGANDO UNA FOTO IN MATERIA
DI "vite maritata".
SI
E’ interessato a questo tema da parecchi anni, DA quando hA ritrovato i primi
residui di "alberate" nel territorio mosso dai ricordi degli anziani.
Quindi
nel tempo libero cercA di trovare più informazioni possibili su questo tema.
riportA
lo stato dell'arte nella zona che conoscE:
Valle del Tordino e Valle
del Vezzola
(IL TORDINO E IL VEZZOLA SONO I DUE FIUMI CHE PASSANO INTORNO A TERAMO, PERCIò DETTA, IN LATINO, INTERAMNIA)
la
tipologia più diffusa di "vite maritata" è rappresentata dalla vite
maritata all'acero campestre.
L'insieme
della vite e dell'acero viene detta localmente "capanna".
Gli
aceri sono disposti in fila. Lo spazio tra una fila e l'altra
viene usato per le colture erbacee avvicendate.
Ogni
acero si trova generalmente a 4-6 metri da un'altro sulla fila.
La distanza invece tra
una fila e l'altra è molto variabile.
(Localmente "il filone delle capanne").
oggi
nella parte alta (a partire da 400-500 m.s.l.m) ci sono dei residui di aceri maritati o a margine dei campi coltivati o dei
"filari" nei terreni completamente abbandonati. In alcuni casi si
ritrova una tipologia più "moderna" dove gli aceri vanno a tendere
uno o più fili di ferro.
Chiaramente
non sono più potati da decenni però allo stesso tempo conservano la forma originaria (potatura a
"vaso").
Degni di nota sono:
un "capanneto" abbandonato ossia un particella molto estesa (quasi un
ettaro) dove ci sono 8 file di aceri maritati molto vicine (una fila dista 5-6
metri dall'altra, quasi una sorta di vigneto specializzato).
un unico esemplare di
acero "maritato" ancora in attualità di
coltura (regolarmente potato) con le viti in buone condizioni
colturali.
ASPETTIAMO ALTRE FOTO E NOTIZIE DA LUIGI
E, INFATTI SONO ARRIVATE: BELLE FOTO DI CAPANNETO QUI SOTTO
FOTO LUIGI TONOLLI 2017
UVA MARITATA AD ACERI LOCALITA' MACCHIE (TERAMO)
IDEM
IDEM
IDEM
QUI C'E' ADDIRITTURA UN GRAPPOLO
MA NON SO DA DOVE VIENE
Località Macchie, Teramo.
Descrizione:”Capanneto” abbandonato.
Vitigno: Quasi tutte le viti sono perite.
Si tratta di un “capanneto” (ossia un impianto in cui i filari di viti maritate
all’acero si trovano molto ravvicinati tra di loro rispetto alla norma). Il
concetto base è che l’agricoltore in questa tipologia di consociazione voleva
dare maggiore importanza alla produzione arborea (uva) rispetto alla produzione
erbacea (colture avvicendate nello spazio tra un filare e l’altro).
In questo caso l’abbandono, dettato dalle mutate condizioni socio-economiche,
protratto per diversi decenni, ha portato all’espansione delle chiome degli
aceri verso l’alto e alla quasi completa morte delle viti maritate.
Luigi Tonolli
ALTENO: DEFINIZIONE
L'alteno è un campo
coltivato con piante di vite. La differenza con il
tradizionale metodo di coltivazione della vite, che prende il nome di vigneto, è che nell’alteno la vite viene
abbinata alla coltivazione di altre piante da fusto o alla posatura di pali di
legno (o di altri materiali), i quali hanno entrambi la funzione di sostenere i
rami della vite in modo che possano crescere sollevati da terra. In pratica
l'insieme dei pali (o delle altre piante) fanno sì che la parte frondosa della
vite crei una sorta di tetto al di sopra di essa. Da tale soffitto verde sarà
poi possibile raccogliere i frutti al tempo della vendemmia.
In realtà il termine alteno era
soprattutto utilizzato in Italia nei secoli
passati: in particolare si hanno numerose attestazioni documentarie e
bibliografiche nei territori del Regno di Sardegna per i secoli XVIII e XIX. Talvolta
tale denominazione si riscontra ancora nella toponomastica locale: vedi per esempio la
presenza nella cittadina piemontese di Poirino di una strada denominata appunto
"via degli alteni", tuttora esistente.
Quando la vite è appoggiata a piante
vive d'alto fusto si dice "maritata". più frequenti sono l'olmo ed il
pioppo. Solitamente si tratta di "seminativi arborati" o "prati
arborati. è una qualità di coltura che in catasto ha una tariffa d'estimo che
tiene conto delle due colture. storicamente era il modo per avere diverse
produzioni: il fieno o i cereali oltre all'uva ed alla legna da ardere derivata
dalla potatura degli alberi.
Fonte: wikipedia