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ENVIRONMENT AND OLD LANDSCAPE

BENVENUTI NEL BLOG DI TERREALTE.ORG DEDICATO AL PAESAGGIO - QUI TROVERETE UNA RACCOLTA DI FOTO SUL PAESAGGIO ITALIANO ANTICO (ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO E BOTANICA) IN PARTICOLARE SULLE VITI MARITATE (OLD LANDSCAPE )

ALCUNE FOTO SONO DI AUTORI SCONOSCIUTI

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venerdì 28 settembre 2012

VITE MARITATA - PIANTATA ITALIANA - NUOVE FOTO


ANTICA IMMAGINE DI VENDEMMIA


LAVORAZIONE DEL TERRENO TRA I FILARI



VITE MARITATA CASALINGA
AUTORE SCONOSCIUTO
fonte: Compagnia del giardinaggio


VITE MARITATA A GELSI - PIANURA DEL METAURO (FANO)
FONTE: lavalledelmetauro.org
foto: POGGIANI LUCIANO


VITE MARITATA AD ACERO
VITE FOLIGNATA(?)
PONTERICCIOLI
CANTIANO 1996
FOTO: FIOCCO VIRGINIO



VALLE DEL METAURO


FONTE: METAURO.ORG
 
Filari
Fino alla prima metà del secolo scorso i filari ("filón") paralleli di viti, distanti fra loro 12 -15 metri, sostenuti da oppi (aceri campestri) o mandorli piantati ogni dieci metri costituivano l'elemento caratteristico del paesaggio agricolo della valle; terreni liberi da filari, detti "campi", erano rari. Poche anche le zone a vigneto.





PIANTATA EMILIANA
S.LAZZARO DI SAVENA (BO)
FONTE: storicamente.org


ANTICA PIANTATA AVERSANA
DIPINTO AUTORE ECKART


VITE MARITATA  AD ACERO
CANTINA NOVELLI
DI MONTEFALCO
FONTE: CIVILTA' DEL BERE.ORG 
AUTORE:  ROGER SESTO 2011
UN CENTINAIO DI ACERI CAMPESTRI DA MARITARE CON TREBBIANO SPOLETINO


VITE DI "GLERA" MARITATA A GELSO
(VICENZA)
FONTE: VINIDIVINI

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QUANDO LA VITE SI MARITAVA AGLI OPPI
IL RACCONTO DI SETTEMBRE DI NORMANNA ALBERTINI
FONTE: REDACON GIORNALE ON LINE DELL’APPENNINO REGGIANO

“ La vite, per esempio, richiedeva una cura e un impegno continuo, durante tutto l’arco dell’anno, inverno compreso, quando era tempo di potature. Era coltivata a piantata, cioè appoggiata a filari regolari di alberi che ricoprivano quasi tutti i campi, perlomeno quelli esposti al sole.
Anche la vite, come la tina, è femmina; in Toscana, dicevano che la vite ha bisogno “dell’omo”, e l’omo, per la vite, era un albero.
La vite si legava all’albero, l’abbracciava, vi si appoggiava per salire verso il sole, cercando il calore che faceva maturare l’uva, allontanandola dall’umidità del terreno, però non al modo di una soffocante edera malefica, né come un’ingombrante, inutile vitalba.
La vite si sposava all’albero. Era un amore: un tacito reciproco consenso. Un matrimonio con l’acero campestre (l’oppio), oppure l’olmo, il gelso, o persino il pioppo nelle zone di pianura.
In alcune parti d’Italia, non a caso chiamavano questa coltivazione “vite maritata”. È  un tipo di coltura che pare risalire agli Etruschi e che da noi si è mantenuto fino a circa quarant’anni fa” .


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AGLI INIZI DELL’ETÀ IMPERIALE DI ROMA ANTICA (I SEC D.C.) LA VITICOLTURA ERA MOLTO ESTESA E LA CONSEGUENTE RIDUZIONE DI ALTRE COLTIVAZIONI (QUALE QUELLA DEI CEREALI), INDUSSE DOMIZIANO A VIETARE LA CREAZIONE DI NUOVI VIGNETI E AD IMPORRE DI ESPIANTARE METÀ DELLE VIGNE ESISTENTI NELLE PROVINCIAE ROMANE. IL LEGIONARIO ROMANO, DURANTE LE CONQUISTE, AVEVA LA CONSEGNA DI IMPIANTARE VIGNETI E DI INSEGNARE ALLE POPOLAZIONI INDIGENE LA TECNICA DELLA VITIENOLOGIA. COSÌ, LA COLTIVAZIONE DELLA VITE SI DIFFUSE BEN PRESTO IN TUTTI I TERRITORI CONQUISTATI DA ROMA: IN FRANCIA, SPAGNA, GERMANIA, GRAN BRETAGNA E NORD AFRICA.
L'IMPORTANZA CHE ASSUMEVA LA COLTIVAZIONE ERA COSÌ FONDAMENTALE CHE VIRGILIO, NEL LIBRO II DELLE GEORGICHE, DEDICA ALLA VITE BEN 160 VERSI.
“COLLIBUS AN PLANO MELIUS SIT PONERE VITEM, QUAERE PRIUS. SI PINGUIS AGROS METABERE CAMPI,DENSA SERE (IN DENSO NON SEGNIOR UBERE BACCHUS);SIN TUMULIS ACCLIUE SOLUM COLLISQUE SUPINOS,INDULGE ORDINIBUS”
SE IN COLLINA O IN PIANO SIA MEGLIO PORRE LA VITE, È IL TUO PRIMO PROBLEMA. SE ASSEGNERAI ALLE VITI CAMPI DI UNA PIANURA GRASSA, PIANTALE FITTE: QUANDO LA PIANTAGIONE È FITTA, BACCO NON È MENO SOLERTE A PRODURRE. SE HAI UN TERRENO ACCIDENTATO DI RIALZI E COLLINE DAL LIEVE PENDIO, DÀ PIÙ SPAZIO AI FILARI
GEORGICHE II, 273-277
NELLA GALLIA CISALPINA (L'ATTUALE PIANURA PADANA) LA VITE ERA GIÀ COLTIVATA SECONDO L'USO DELLE POPOLAZIONI LOCALI, I CELTI.
ESSA ERA FATTA CRESCERE ADDOSSATA AD ALBERI IN PARTICOLARE L'ACERO CHE  FORMAVANO FILARI CHE BORDAVANO I CAMPI COLTIVATI. QUESTA COLTIVAZIONE ERA CHIAMATA DAGLI ANTICHI ROMANI "ARBUSTUM GALLICUM". 
NELLA PIANURA PADANA, CON LA DISSOLUZIONE DELL’IMPERO ROMANO, FU ABBANDONATA LA COLTIVAZIONE DELLA VITE NELLE ZONE PIANEGGIANTI E DI FONDOVALLE, MENTRE VENNERO MANTENUTI I VIGNETI DELLE ZONE COLLINARI E MONTANE SIA ALL’INTERNO DEI BORGHI FORTIFICATI SIA ALL’ESTERNO, IN SITI BEN COLLOCATI CLIMATICAMENTE E BEN ESPOSTI AI RAGGI SOLARI.
CON IL XII SECOLO, IN PIANURA SI RIPRESE LA COLTIVAZIONE DELLE VITI IN COLTURA PROMISCUA CON I CEREALI SECONDO L’USO DELL’ARBUSTUM GALLICUM; DAL XV SECOLO GLI ALBERI, AI QUALI ERANO MARITATE LE VITI, FURONO SOSTITUITI CON IL GELSO, CONSIDERATO PIÙ REDDITIZIO PER L’ALLEVAMENTO DEL BACO DA SETA. IN SEGUITO L’IMPORTANZA DELLA VITE CREBBE E RAGGIUNSE IL SUO APICE NEI SECOLI XVIII E XIX, QUANDO GRAN PARTE DELL’ALTO MILANESE ERA COLTIVATO A CEREALI E VITE.
CON LA SECONDA METÀ DEL XIX SECOLO, INIZIÒ IL DECLINO DELLA VITE IN PIANURA E NEI NOSTRI TERRITORI A CAUSA DI MALATTIE DEVASTANTI. OGGI LA SUA COLTIVAZIONE È LIMITATA AI GIARDINI URBANI E A QUALCHE FILARE IN CAMPO APERTO, PRESSO LA FRAZIONE DI RAVELLO DI PARABIAGO.
NEL PARCO DI VIA VIRGILIO A PARABIAGO, DOVE SI SNODA L’ITINERARIO VIRGILIANO, NEL CORSO DEL 2007 SONO STATI POSTI A DIMORA ALCUNI FILARI DI VITE, MARITATI ALL’ORNIELLO E ALL'OLMO. LA DISTANZA FRA GLI ALBERI E FRA I FILARI È QUELLA DEL COSIDDETTO ARBUSTUM GALLICUM, IN USO NELLA PIANURA PADANA NEL PERIODO DELL’ANTICA ROMA E BEN DESCRITTO DA COLUMELLA NEL SUO TRATTATO DI AGRICOLTURA DE RE RUSTICA DEL PRIMO SECOLO D.C. L’ORIENTAMENTO DEI FILARI INOLTRE, RICALCA QUELLO DELLE DIVISIONI AGRARIE PROBABILMENTE COMPIUTE IN EPOCA IMPERIALE, LE CUI TRACCE SONO ANCORA OGGI RILEVABILI NELLA CARTOGRAFIA DELLA ZONA. 
(TRATTO DA AA.VV. ITINERARIO VIRGILIANO: ITINERARIO LETTERARIO ALLA SCOPERTA DI PARABIAGO ROMANA



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giovedì 27 settembre 2012

OLD EUROPEAN LANDSCAPE ORTO PODERE TULLI MONTEMERANO


ORTO ANTICO DI MARIO TULLI ACCUDITO DA SERGIO BALDI


TIPICO ORTO MONASTICO ITALIANO


PODERI DI MONTEMERANO


SEED SAVERS A MONTEMERANO


SERGIO BALDI CONTEMPLA LA VIGNA DI SANGIOVESE DOPO LA VENDEMMIA 2012....IN ATTESA DI DISTILLARE

venerdì 21 settembre 2012

MONUMENTI NATURALI ABRUZZO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA NOTIZIA DI OGGI







BUONE NOTIZIE PER GUIDI DELL'ASSOCIAZIONE 
I PATRIARCHI

MONUMENTI NATURALI
LA NOTIZIA DI OGGI



CON DECRETO FIRMATO DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO 370 ALBERI DIVENTANO: "MONUMENTI NATURALI PROTETTI AI SENSI DELLA LEGGE REGIONALE 38/1996"
I “PATRIARCHI DELLA NATURA”, VERI MONUMENTI, ENTRANO A FAR PARTE DI UNA LISTA CHE NE GARANTIRÀ LA LORO “SOPRAVVIVENZA”. IN VERITÀ, GIÀ  TUTELATI DA LEGGI FORESTALI, ORA SONO ENTRATI DI DIRITTO IN UN ELENCO DI 370 PIANTE CHE RAPPRESENTANO, DI FATTO, IL PATRIMONIO FLORISTICO DELL’ABRUZZO PER LA LORO RILEVANZA SCIENTIFICA E MONUMENTALE.
SARANNO TUTELATI FINO AL DIVIETO DI ABBATTIMENTO, "FATTA ECCEZIONE PER MOTIVI DI PUBBLICA INCOLUMITÀ O DI ORDINE SANITARIO".
"IL SENSO DELLA TUTELA MASSIMA DELLE PIANTE INDIVIDUATE - SPIEGA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE - NASCE DALLA NECESSITÀ DI PRESERVARE UN PATRIMONIO FLORISTICO UNICO E INTERESSANTE DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO. MOLTE DELLE PIANTE MONUMENTALI INSERITE NELL'ELENCO, RAPPRESENTANO ANCHE UN PEZZO DI STORIA DELLA REGIONE, CHE HA SEMPRE POSTO AL CENTRO DELLA PROPRIA POLITICA LA TUTELA AMBIENTALE DEL TERRITORIO".

AD ARRICCHIRE IL NUTRITO ELENCO, SONO DECINE E DECINE I “PATRIARCHI” CHE IMPREZIOSISCONO I BOSCHI DELLA MARSICA.
UN BREVE ELENCO: IL“FAGGIO” DEL RIFUGIO CERASOLI, LA “FARNIA” DI POCHETTA E "L’ACERO MONTANO”, TUTTI  E TRE DI CIVITELLA ROVETO: IL“FAGGIO” DI TERRAEGNA  E QUELLO DI FONTE D’APPIA DI BISEGNA; LE “ROVERELLE” DI LECCE DEI MARSI; LA “QUERCIA DI DONATO” DI SCURCOLA MARSICANA; I GIGANTESCHI “FAGGI” DEI BOSCHI DI PESCASSEROLI; LE “FARNIE” DI SAN VINCENZO VALLE ROVETO E QUELLE DI SANTE MARIE;  E TANTE ALTRE PIANTE ANCORA, CHE SAREBBE IMPOSSIBILE CITARLE TUTTE.
“L'ELENCO DELLE 370 PIANTE MONUMENTALI PUÒ ESSERE AGGIORNATO OGNI TRE ANNI -  A SEGUITO DELLE SEGNALAZIONI DI ENTI E ISTITUZIONI PUBBLICHE. IN QUESTO ELENCO RISULTANO ANCHE QUELLE PIANTE A CUI SIANO LEGATI PARTICOLARI AVVENIMENTI STORICI O TRADIZIONI LOCALI".
LA REGIONE ABRUZZO SI APPRESTA A PRESENTARE UNA PUBBLICAZIONE DI 500 PAGINE CHE RACCOGLIE LE SCHEDE DELLE PIANTE MONUMENTALI INSERITE NEL DECRETO.

JUNG E LA MONTAGNA





"NON PENSI CHE TUTTA LA VITA
VENGA DALLE MONTAGNE ?"

da: "Gli indiani pueblos"
manoscritto inedito di C.G.Jung


venerdì 7 settembre 2012

CUSTODI DI PAESAGGIO - TUTELA E VALORIZZAZIONE BIODIVERSITA' AGRARIA E ALIMENTARE




LONG ASHTON (BRISTOL) : HORTUS CONCLUSUS

LONG ASHTON (BRISTOL) : HORTUS CONCLUSUS

AMANDA'S HORTUS

E' DIVENUTA LEGGE:

LEGGE 1 dicembre 2015, n. 194

IN RELAZIONE AI SEMI E ALLO SCAMBIO
GUARDATEVI ART. 11 ED ART 13




A.S. 1728 ON. CENNI CUSTODI DI PAESAGGIO


LA NOTIZIA  E’ CHE IN COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI SEMBRA IMMINENTE L’APPROVAZIONE DELL’ A.C. 2744 ON. Cenni (ORA A.S. 1728) CONTENENTE “DISPOSIZIONI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ AGRARIA” IN UN NUOVO TESTO UNIFICATO CHE SI ESPONE ANCORA A QUALCHE PERPLESSITA’ PER LA COPERTURA FINANZIARIA MA CHE SEMBRA MOLTO VOLUTO DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI, CATANIA. SPERIAMO SIA LA VOLTA BUONA ANCHE PER IL RUOLO CHE RICONOSCE AL CONSIGLIO PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE  IN AGRICOLTURA (CRA), DETENTORE DI UN PATRIMONIO CONOSCITIVO DA METTERE IN RETE.

LE NORME INTERESSANTI SONO MOLTISSIME VI ELENCO SOLO ALCUNI TEMI E FINALITA’:

attuazione alla Convenzione sulla biodiversità
principi per la  tutela e la valorizzazione della biodiversità  agraria
preservare il territorio da fenomeni  di inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico
tutelare le varietà e le razze locali  a rischio di estinzione o gravemente minacciate  da erosione genetica
promuovere la ricerca sulla biodiversità  agraria
promuovere attività di informazione  e di educazione sulla biodiversità  agraria, in particolare nelle scuole di ogni  ordine e grado
promuovere attività di valorizzazione  delle varietà e delle razze locali e dei  prodotti da esse ottenuti
integrare la biodiversità agraria  nelle politiche economiche e di settore,  anche con riferimento alla politica commerciale  e di cooperazione allo sviluppo

PER QUESTE FINALITA’ VERREBBERO ISTITUITE:

a) l’Anagrafe unica della biodiversità  agraria;
b) la rete di conservazione e sicurezza;
c) i repertori regionali delle varietà e  delle razze locali;
d) i registri regionali delle specie  vegetali spontanee e autoctone.

MA LA COSA CHE A ME SEMBRA DAL PUNTO DI VISTA DELLA CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO STORICO ED ANTICO PIU’ RILEVANTE E’ LA DISPOSIZIONE CHE ISTITUISCE, ALL’ART. 5,  (ORA ART. 2 COMMA 3) GLI AGRICOLTORI CUSTODI:

ART.5.

(Agricoltori custodi)

1. Ai fini della presente legge si definiscono  agricoltori custodi i coltivatori o  gli allevatori che si impegnano nella conservazione  presso l’area di origine, di seguito  denominata « in situ », o nell’azienda  agricola, nell’uso e nella valorizzazione delle varietà e razze locali iscritte nei  repertori regionali, secondo le modalità  definite dalle regioni o dalle province  autonome di Trento e Bolzano.
L’incarico di agricoltore custode è  conferito dalla regione o da enti regionali  a ciò preposti.


TUTTO IL MONDO CHE RUOTA INTORNO ALLA CONSERVAZIONE DEL PAESAGGIO STORICO E CULTURALE, UN MONDO COSTITUITO DA AGRICOLTORI, ALLEVATORI, BOTANICI, RICERCATORI , STUDIOSI E CITTADINI INTERESSATI ALL’EREDITA’ STORICA TROVA FINALMENTE UN RICONOSCIMENTO DELLA SUA OPERA: SAREBBE IL PRIMO PASSO VERSO UN’ESPRESSIONE DI GRATITUDINE