BENVENUTI


ENVIRONMENT AND OLD LANDSCAPE

BENVENUTI NEL BLOG DI TERREALTE.ORG DEDICATO AL PAESAGGIO - QUI TROVERETE UNA RACCOLTA DI FOTO SUL PAESAGGIO ITALIANO ANTICO (ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO E BOTANICA) IN PARTICOLARE SULLE VITI MARITATE (OLD LANDSCAPE )

ALCUNE FOTO SONO DI AUTORI SCONOSCIUTI

SONO PREGATI DI SEGNALARCI IL NOMINATIVO

info: riccardocnt@gmail.com

Quest'opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia

per info:

info@terrealte.org

segreteria@terrealte.org

stradedelvino@terrealte.org

SERVIO: lucus est arborum multitudo cum religione, nemo composita multitudo arborum, silva diffusa et inculta



giovedì 30 dicembre 2010

COMUNICATO DI FINE ANNO - redazione di L'Aquila

ITALIA
STATI UNITI D'AMERICA
PAESI BASSI
FEDERAZIONE RUSSA
REGNO UNITO
GERMANIA
CANADA
FRANCIA
SPAGNA
PORTOGALLO
ALGERIA
SVIZZERA
AUSTRALIA
MALESIA

SONO ALCUNI DEI PAESI IN CUI CI SEGUONO MIGLIAIA DI LETTORI ED OPERATORI INTERESSATI AL LABORATORIO PERMANENTE DEL PAESAGGIO DI TERREALTE.org
AD MAIORA!

lunedì 29 novembre 2010

VITI MARITATE - LA FOTO DI OGGI: NON SO PRECISARNE L'AUTORE E NEANCHE LA POSIZIONE

BOSCHI SACRI : UNA DEFINIZIONE DI LUCUS, DI NEMUS E DI SILVA

Servio, Ad Aeneidem , I, 314,




"lucus est arborum multitudo cum religione, nemo composita multitudo arborum, silva diffusa et inculta"





Boschi sapienziali



L’accademia
Prima che l'Accademia fosse una scuola e prima che Cimone la perimetrasse con un muro, essa racchiudeva un boschetto sacro di alberi di ulivo dedicato ad Atena, la dea della saggezza, fuori dalle mura cittadine dell'antica Atene
Il liceo
Venne fondato nel 335 a.C. da Aristotele ad est di Atene, alle pendici meridionali del Licabetto, nella stessa area del santuario dedicato ad Apollo Licio, oApollo del lupo (v.Danao), chiamato per questo motivo Liceo

mercoledì 17 novembre 2010

IL LABORATORIO PERMANENTE PAESAGGIO E L'ASSOCIAZIONE CULTURALE EUROPEA TERREALTE.org PROPONGONO

PROGETTO CABREO ECOVIGNETO: UN CABREO DELLE VITI MARITATE

LA VITE MARITATA COME MONUMENTO VEGETALE

DOPO AVER DATO UNA SCORSA ALLE FOTO, ESPLORATO IL BLOG E I SITI COLLEGATI PROVATE A RIVEDERE IL TUTTO COME UN MONUMENTO VEGETALE DEGNO DI TUTELA;

LA VITE MARITATA RAPPRESENTA UN MONUMENTO ALLA CIVILTA' CONTADINA, UN FOSSILE VIVENTE.

UNA RICOGNIZIONE DELLE VITI MARITATE E DELLE VITI ANTICHE IN GENERE, PRESENTI IN ITALIA, POTREBBE PORTARE AD UN PROGETTO NAZIONALE O REGIONALE DI CENSIMENTO E CATALOGAZIONE CON UN GIS. DENOMINEREMO QUESTO PROGETTO IN TAL MODO " PROGETTO ECOVIGNETO : CABREO DELLE VITI MARITATE ". SIAMO APERTI ALLE COLLABORAZIONI DEL MONDO AGRICOLO, VITIVINICOLO ED ACCADEMICO

mercoledì 3 novembre 2010

BOSCHI SACRI: TERMINI E DEFINIZIONI LESSICO

PRIMA O POI DOVREMO AFFRONTARE IL VASTO PROBLEMA:
IL LESSICO DA ADOTTARE.
- SILVA
- LUCUS
- NEMUS
- ALSOS (GRECO)
- NEMETON
- GROVE (INGLESE)
- SELMA (GRECO)
- YLE (GRECO)
- WOOD (INGLESE)
- XILON (GRECO)
- YLA' (DOR)
- SELMA (GR)


Boschi sapienziali


L’accademia
Prima che l'Accademia fosse una scuola e prima che Cimone la perimetrasse con un muro, essa racchiudeva un boschetto sacro di alberi di ulivo dedicato ad Atena, la dea della saggezza, fuori dalle mura cittadine dell'antica Atene
Il liceo
Venne fondato nel 335 a.C. da Aristotele ad est di Atene, alle pendici meridionali del Licabetto, nella stessa area del santuario dedicato ad Apollo Licio, oApollo del lupo (v.Danao), chiamato per questo motivo Liceo

domenica 17 ottobre 2010

BOSCHI SACRI SILIO ITALICO




A Siracusa :
....E che dire dei boschi sacri racchiusi nell'ampia cintura di lunghi porticati e destinati alle gare degli atleti?
Silio italico
Guerre puniche
LIBRO XIV.  VV.647 e s.

lunedì 4 ottobre 2010

BOIS SACRE' SHORT BIBLIOGRAPHY

BOSCHI SACRI E VITE- UNA BREVE BIBLIOGRAFIA

1 - ANCIENT WINE : THE SEARCH FOR THE ORIGIN OF VINICULTURE
PATRICK E. MC.GOVERN -  PRINCETON UNIVERSITY PRESS


2 - THE ORIGIN AND ANCIENT HISTORY OF WINE
PATRICK E. MC.GOVERN, STUART JAMES FLEMING


3 - PROTO-INDO-EUROPEAN TREES: THE ARBOREAL SYSTEM OF A PREHISTORIC PEOPLE
PAUL FRIEDRICH
UNIV OF CHICAGO PR,  1970
ISBN-10: 0226264807


4 - RUSSELL MEIGS
TREES AND TIMBER IN THE ANCIENT MEDITERRANEAN WORLD


OXFORD UNIVERSITY PRESS, 1982




AGGIUNGEREI IN ITALIANO L'ANCORA INTERESSANTE:


- DI NOLA A. MARIA - VOCE "ALBERO..." IN : ENCICLOPEDIA DELLE RELIGIONI - FIRENZE, VALLECCHI, 1970 VOL. 1°



TROVO ESTREMAMENTE INTERESSANTE PER LA NOSTRA RIFLESSIONE :


RAGONE GIUSEPPE, " Dentro l'àlsos . Economia e tutela del bosco nell'antichità classica"


in:  IL SISTEMA UOMO-AMBIENTE TRA PASSATO E PRESENTE - CENTRO UNIVERSITARIO
EUROPEO PER I BENI CULTURALI - RAVELLO -  a cura di : Livadie C.A. e Ortolani F.
edito da EDIPUGLIA 1998



John SCHEID, Lucus, nemus. Qu'est-ce qu'un bois sacré?

Fritz GRAF, Bois sacrés et oracles en Asie Mineure

Christian JACOB, Paysage et bois sacré dans la Périègèse de la Grèce de Pausanias

Filippo COARELLI, I luci del Lazio: la documentazione archeologica

Mario PAGANO, Un lucus di Giove alle radici del Vesuvio

Jean-Louis BRUNAUX, Les bois sacrés des Celtes et des Germains

Claudia MONTEPAONE, L'alsos / lucus, forma idealtipica artemidea: ilcaso di Ippolito

Dominique BRIQUEL, Les voix oraculaires

Michel LEJEUNE, «Enclos sacré» dans les épigraphies indigènes d'Italie

Thomas F.C. BLAGG, Le mobilier archéologique du sanctuaire de Diane    Nemorensis

Olivier de CAZANOVE, Suspension d'ex-voto dans les bois sacrés

Gérard CAPDEVILLE, De la forét initiatique au bois sacré

Henri BROISE, John SCHEID, Etude d'un cas: le lucus deae Diae à Rome

Carmine AMPOLO, Boschi sacri e culti federali nel Lazio

Mary BEARD, Frazer et ses bois sacrés

Claude FRONTISI, Bois et arbres sacrés en peinture. La reconversion des valeurs symboliques

Michel CARTRY, Les bois sacrés des autres: les faits africains

Tutti in:
Les bois sacré,  ACTES DU COLLOQUE INTERNATIONAL DU CENTRE JEAN BERARD- NAPOLI 1993
ISBN: 2-903189-41-2



DE RUGGIERO E.,

DIZIONARIO EPIGRAFICO DI ANTICHITA' ROMANE,
VOCE LUCUS, PAG. 1969 E SS.


Maureen Carroll ,Nemus et Templum. Exploring the sacred grove at the Temple of Venus in Pompeii, in: P.G. Guzzo and M.P. Guidobaldi (eds.), Nuove ricerche archeologiche nell'area vesuviana (scavi 2003-2006). Atti del convegno, Roma 1-3 Febbraio 2007. Rome : L'Erma di Bretschneider, 2008, 37-45


Maureen Carroll, Boschetti sacri e giardini dei templi nella Grecia antica, in G. di Pasquale and F. Paolucci (eds.), Il Giardino antico da Babilonia a Roma. Florence: Sillabe, 2007, 44-49



Maureen Carroll ,The Gardens of Greece from Homeric to Roman Times, Journal of Garden History 12, 1992, 84-101


MALASPINA E., PROSPETTIVE DI STUDIO PER L'IMMAGINARIO DEL BOSCO NELLA LETTERATURA LATINA, IN : INCONTRI TRIESTINI DI FILOLOGIA CLASSICA 3 (2003-2004)



ROSSETTI LIVIO

IL PIÙ ANTICO DECRETO ECOLOGICO A NOI NOTO
E IL SUO CONTESTO

In T. M. ROBINSON e L. WESTRA (eds.),
Thinking about the Environment. Our Debt to the Classical and Medieval Past,

Lanham MD, Lexington Books, 2002, 44-57


GUZZO PIETRO GIOVANNI, GUIDOBALDI M.PAOLA
a cura di

NUOVE RICERCHE ARCHEOLOGICHE NELL'AREA VESUVIANA
e la bibliografia contenuta

JASHEMSKI
 ANCIENT ROMAN GARDEN


GIANNITRAPANI, M.

IEROBOTANICA RITUALE E FITONIMIE SACRE GRECO ITALICHE

in: SILVAE ANNO VI N. 13 PP.259/298  e la cospicua bibliografia
ragionata ivi contenuta



BIBLIO SUL PAESAGGIO ANTICO E LA VITE MARITATA


BRACONI PAOLO, 

TERRITORIO E PAESAGGIO DELL'ALTA VALLE DEL TEVERE IN ETA' ROMANA
IN :  CITE' ET TERRITOIRE II, (ATTI BEZIER1997), PARIS, 1998
e la bibliografia ivi contenuta

BRACONI PAOLO,
L'ALBERO DELLA VITE UN MATRIMONIO INTERROTTO

DIPARTIMENTO UOMO E TERRITORIO UNIVERSITA DI PERUGIA

VOLPE RITA
VINO , VIGNETI ED ANFORE IN ROMA REPUBBLICANA


MORONI MARCO,
CRISI AMBIENTALI E PAESAGGIO AGRARIO NELLE MARCHE: UN APPROCCIO STORICO

GAMBI LUCIO,
CRITICA AI CONCETTI GEOGRAFICI DI PAESAGGIO UMANO
Faenza, F.lli Lega, 1961

DESPLANQUES H.
IL PAESAGGIO RURALE DELLA COLTURA PROMISCUA IN ITALIA
IN: RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA LXVI, 1959

CAPOGROSSI COLOGNESI L.,
LA TERRA IN ROMA ANTICA, LA SAPIENZA, ROMA, 1981


HEYBROEK HM, 2014.
THE ELM, TREE OF MILK AND WINE. in : iForest
www.sisef.it/iforest/contents/?id=ifor1244-007

MARIOTTI LUCIANA, " I LUOGHI DEL SACRO COME PATRIMONIO IMMATERIALE. SIGNIFICATI IDENTITARI DEL PAESAGGIO SACRO" in: LUCUS LUOGHI SACRI IN EUROPA, PROGETTO COMUNITARIO LUCUS - SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEI BOSCHI SACRI IN EUROPA - CULTURA 2000  e la ricca bibliografia ivi citata

ANCORA FONDAMENTALE:

STARA-TEDDE GIORGIO

I BOSCHI SACRI DI ROMA ANTICA

ED. LOESCHER,ROMA, 1905


MASTROCINQUE A.
LA LIBERAZIONE DEGLI SCHIAVI E I BOSCHI SACRI NELL'ITALIA ANTICA
in: Atti del XXXII colloquio internazionale GIREA (messina maggio 2008)

DISCAM 2012

PICCHIARELLI IVO,

AVVICENDAMENTI DI SEDI STORICHE E PERSISTENZA DEI NOMI DI LUOGHI, IN
ECO DEL SERRASANTA, N. 24 , DIC. 2002



FUENTES-UTRILLA P., LOPEZ-RODRIGUEZ A. GIL L.


THE HISTORICAL RELATIONSHIP OF ELMS AND VINES

IN: INVEST AGRAR  RECUR RECUR FOR (2004) 13 81)

UNIVERSITA POLITECNICA MADRID, SPAIN

AA.VV
L'AVVENTURA DEL VINO NEL BACINO DEL MEDITERRANEO
ATTI CONVEGNO CONEGLIANO 1998

CAMBI F. TERRENATO,N.
INTRODUZIONE ALLA ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI, ROMA 1994

CAMBI F, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI ANTICHI: FONTI E DIAGNOSTICA, ROMA 2003

SERENI E.
PER LA STORIADELLE PIU' ANTICHE TECNICHE E DELLA NOMENCLATURA DELLA VITE E DEL VINO IN ITALIA
ACCADEMIA TOSCANA DI SCIENZE E LETTERE, LA COLOMBARIA
LEO S. OLSCHKI, 1965, FIRENZE

SERENI E., 
TERRA NUOVA E BUOI ROSSI, EINAUDI, TORINO, 1981
SERENI E., 
STORIA DEL PAESAGGIO AGRARIO IN ITALIA




IL MORMORIO PROFETICO DEI BOSCHI: LA QUERCIA DI DODONA

.."PRISCO INDE PAVORE ARBOR NUMEN HABET
COLITURQUE TEPENTIBUS ARIS"....

TRAD.

DA ALLORA, IN FORZA DEI QUELL'ANTICO TIMORE RELIGIOSO, OGNI ALBERO RACCHIUDE UNA POTENZA DIVINA ED E' ONORATO CON ALTARI SEMPRE ACCESI

SILIO ITALICO, GUERRE PUNICHE, III LIBRO






venerdì 3 settembre 2010

BREVI NOTE SUL VINO E LA VITE IN INGLESE

ALCUNE BREVI NOTE SULLA VITICOLTURA ANTICA E IL VINO PRESSO I ROMANI IN INGLESE







FROM:






THE PRIVATE LIFE OF THE ROMANS


BY HAROLD WHETSTONE JOHNSTON, REVISED BY MARY JOHNSTON


SCOTT, FORESMAN AND COMPANY (1903, 1932)






Grapes. Grapes were eaten fresh from the vines and were also dried in the sun and kept as raisins, but they owed their real importance in Italy as elsewhere to the wine made from them. It is believed that the grapevine was not native to Italy, but was introduced, probably from Greece, in very early times. The first name for Italy known to the Greeks was Oenōtria, a name which may mean “the land of the vine”; very ancient legends ascribe to Numa restrictions upon the use of wine. It is probable that up to the time of the Gracchi wine was rare and expensive. The quantity produced gradually increased as the cultivation of cereals declined, but the quality long remained inferior; all the choice wines were imported from Greece and the East. By Cicero’s time, however, attention was being given to viticulture and to the scientific making of wines, and by the time of Augustus vintages were produced that vied with the best brought from abroad. Pliny the Elder says that of the eighty really choice wines then known to the Romans two-thirds were produced in Italy; and Arrian, about the same time, says that Italian wines were famous as far away as India.

294. Viticulture. Grapes could be grown almost anywhere in Italy, but the best wines were made south of Rome within the confines of Latium and Campania. The cities of Praeneste, Velitrae, and Formiae were famous for the wine grown on the sunny slopes of the Alban hills. A little farther south, near Terracina, was the ager Caecubus, where was produced the Caecuban wine, pronounced by Augustus the noblest of all. Then came Mt. Massicus with the ager Falernus on its southern side, producing the Falernian wines, even more famous than the Caecuban. Upon and around Vesuvius, too, fine wines were grown, especially near Naples, Pompeii, Cumae, and Surrentum. Good wines, but less noted than these, were produced in the extreme south, near Beneventum, Aulon, and Tarentum. Of like quality were those grown east and north of Rome, near Spoletium, Caesena, Ravenna, Hadria, and Ancona. Those of the north and west, in Etruria and Gaul, were not so good.

295. Vineyards. The sunny side of a hill was the best place for a vineyard. The vines were supported by poles or trellises in the modern fashion, or were planted at the foot of trees up which they were allowed to climb. For this purpose the elm (ulmus) was preferred, because it flourished everywhere, could be closely trimmed without endangering its life, and had leaves that made good food for cattle when they were plucked off to admit the sunshine to the vines. Vergil speaks of “marrying the vine to the elm,” and Horace calls the plane tree a bachelor (platanus caelebs), because its dense foliage made it unfit for the vineyard. Before the gathering of the grapes the chief work lay in keeping the ground clear; it was spaded over once each month in the year. One man could properly care for about four acres.

296. Wine Making. The making of the wine took place usually in September; the season varied with the soil and the climate. It was anticipated by a festival, the vīnālia rūstica, celebrated on the nineteenth of August. Precisely what the festival meant the Romans themselves did not fully understand, perhaps, but it was probably intended to secure a favorable season for the gathering of the grapes. The general process of making the wine differed little from that familiar to us in Bible stories and still practiced in modern times. After the grapes were gathered, they were first trodden with the bare feet and then pressed in the prēlum or torcular. The juice as it came from the press was called mustum (vīnum), “new (wine),” and was often drunk unfermented, as sweet cider is now. It could be kept sweet from vintage to vintage by being sealed in a jar smeared within and without with pitch and immersed for several weeks in cold water or buried in moist sand. It was also preserved by evaporation over a fire; when it was reduced one-half in this way, it became a grape jelly (dēfrutum) and was used as a basis for various beverages and for other purposes.

297. Fermented wine (vīnum) was made by collecting the mustum in huge vat-like jars (dōlia). One of these was large enough to hide a man and held a hundred gallons or more. These were covered with pitch within and without and partially buried in the ground in cellars or vaults (vīnāriae cellae), in which they remained permanently. After they were nearly filled with the mustum, they were left uncovered during the process of fermentation, which lasted under ordinary circumstances about nine days. They were often tightly sealed, and opened only when the wine required attention or was to be removed. The cheaper wines were used directly from the dōlia; but the choicer kinds were drawn off after a year into smaller jars (amphorae), clarified and even “doctored” in various ways, and finally stored in depositories often entirely distinct from the cellars. A favorite place was a room in the upper story of the house, where the wine was aged by the heat rising from a furnace or even by the smoke from the hearth. The amphorae were often marked with the name of the wine, and the names of the consuls for the year in which they were filled.







298. Beverages. After water and milk, wine was the ordinary drink of the Romans of all classes. It must be distinctly understood, however, that they always mixed it with water and used more water than wine. Pliny the Elder mentions one wine that would stand being mixed with eight times its own bulk of water. To drink wine unmixed was thought typical of barbarism; wine was so drunk only by the dissipated at their wildest revels. Under the Empire the ordinary qualities of wine were cheap enough to be sold at three or four cents a quart; the choicer kinds were very costly, entirely beyond the reach, Horace gives us to understand, of a man in his circumstances. More rarely used than wine were other beverages that are mentioned in literature. A favorite drink was mulsum, made of four measures of wine and one of honey. A mixture of water and honey allowed to ferment together was called mulsa. Cider was made by the Romans, and wines from mulberries and dates. They also made various cordials from aromatic plants, but they had no knowledge of tea or coffee.



mercoledì 1 settembre 2010

E SE CI FOSSE UN SEGRETO....? IL SEGRETO DELLA VITE MARITATA....................

IDEE SULLA VITE MARITATA

UN PERCORSO A RITROSO

ALLA RICERCA DELLE RAGIONI DELLA PERSISTENZA DELLA VITE MARITATA








SUPPONIAMO CHE LA POSIZIONE, LA GIACITURA DI UNA VITE, PIANTA COSI’ IMPORTANTE ORA E NELL’ANTICHITA’, NON SIA STATA DETTATA ESCLUSIVAMENTE DA MOTIVAZIONI AGRONOMICHE ED ECONOMICHE, MA AVESSE IN ANTICO ANCHE UNA FUNZIONE , PER COSI’ DIRE, SACRALE, RISPONDESSE , CIOE’, A CRITERI SUGGERITI O RINFORZATI DAL RAPPORTO CON LA DIVINITA’……..



SE IL CONFINE E’ SACRO, NON LO POSSO SUPERARE PENA LA PUNIZIONE DIVINA.



SE IL CONFINE E’ SACRO, O, IN ALTRA E DIVERSA MISURA, LA PIANTA E’ SACRA, NON POSSO SVELLERLA, SPIANTARLA.



ALLORA LA PIANTA GODE DI PROTEZIONE DA PARTE DELLE LEGGI DEGLI UOMINI E DA PARTE DELLE LEGGI DIVINE. LA PROTEZIONE E’ RINFORZATA.



FACCIAMO UN PASSO IN AVANTI: SE PONGO LA VITE AL CONFINE GODE DI PROTEZIONE IL CONFINE E GODE DI PROTEZIONE LA PIANTA, ANCHE AL DI FUORI DI UN BOSCO SACRO O DI UN RECINTO SACRO.



IN EFFETTI MOLTE VITI MARITATE ANCORA SUSSISTENTI SONO POSTE SUL CONFINE……..





CERCHIAMO CONFORTO, ANCORA UNA VOLTA, NELLE FONTI, UNA FRA LE TANTE:

“ LE FIGLIE DI ANIO – FIGLIO DI APOLLO – ELAIDE,SPERMO ED ENO ERANO DETTE ENOTROFI POICHE’ DIONISO AVEVA LORO DONATO LA FACOLTA’ DI PRODURRE DALLA TERRA OLIO, GRANO E VINO.





(APOLLODORO – BIBLIOTECA – EPITOME – 10 E SS.)



ED ANCORA:



“DIONISO SCOPRI’ LA VITE, MA, RESO FOLLE DA ERA, ANDO’ VAGANDO PER L’EGITTO E LA SIRIA (SI BADI AI LUOGHI DI NASCITA DELLA VITICOLTURA, NDR).

IN FRIGIA REA LO LIBERO’ DALLA FOLLIA E GLI INSEGNO’ RITI MISTERICI……… “.



“DIONISO INFUSE FOLLIA IN LICURGO, FIGLIO DI DRIANTE, RE DEGLI EDONI, CHE ABITANO LUNGO IL FIUME STRIMONE IN TRACIA.

LICURGO CONVINTO DI COLPIRE UN TRALCIO DI VITE PERCOSSE CON UNA SCURE E UCCISE IL PROPRIO FIGLIO DRIANTE POI DOPO AVERE RECISO LE ESTREMITA’ DEL FIGLIO, TORNO’ IN SENNO.

LA TERRA SMISE DI PRODURRE FRUTTI E IL DIO VATICINO’ CHE ESSA SAREBBE TORNATA A DARE IL RACCOLTO SE LICURGO FOSSE STATO GIUSTIZIATO, COSA CHE AVVENNE PER VOLONTA’ DI DIONISO. MORI’ DILANIATO DAI CAVALLI” .



APOLLODORO- BIBLIOTECA – LIBRO TERZO )





ORA SECONDO ALTRE VERSIONI (IGINO, SERVIO E I MITOGRAFO VATICANO) IL RE FOLLE NEL TENTATIVO DI TRANCIARE LE VITI SI MOZZO’ LE GAMBE.





DICE FRAZER IN NOTA CHE E’ CREDENZA COMUNE CHE QUANDO UN BOSCAIOLO TAGLIA UN ALBERO SACRO CON UNA SCURE COLPISCE SE STESSO NEL MEDESIMO GESTO.





( CFR.: W. MANNHARDT, DER BAUMKULTUS, BERLINO, 1935)





FRAZER HA AFFRONTATO PIU’ VOLTE IL TEMA DELL’ALBERO SACRO, DELLA VITE SACRA ANCHE NEL RAMO D’ORO.



INNUMEREVOLI LEGGENDE DI CONTENUTO SIMILE NELLA CULTURA EUROPEA ANTICA E NEL FOLKLORE MODERNO, NELLA LETTERATURA E NELLA FAVOLISTICA.




TRACCE DI ELEMENTI RELIGIOSI ANCHE IN EPOCA STORICA IN MATERIA PATRIMONIALE "SONO INDIVIDUATE NEI "TERMINI", NEL CERIMONIALE DELLA LIMITATIO, NEL CERIMONIALE DELL'APPOSIZIONE DEI TERMINI, NELLA SANZIONE DELLA "CONSECRATIO" CONTRO CHI LI SMUOVE.
PROBABILE CHE CONCEZIONI RELIGIOSE E CREDENZE MAGICHE POSSANO AVER CONTRIBUITO ALLA FORMAZIONE DEL CONCETTO GIURIDICO ROMANO DELLA PROPRIETA' ASSOLUTA, INDIPENDENTE."

COSI' IN: DEFRANCISCI P. STORIA DEL DIRITTO ROMANO, GIUFFRE', 1942 P. 373

lunedì 14 giugno 2010

UNA VITE DA ME FOTOGRAFATA A POMPEI VICINI LE TERME STABIANE: NON E' DI DUEMILA ANNI MA MI PIACE PENSARLA EREDE DI QUELLE

CASSIO DIONIGI UTICENSE VITE MARITATA

CASSIO DIONIGI UTICENSE TRADUCE IN LATINO TRATTATO DI AGRONOMIA DEL III SEC. AC DI MAGONE CARTAGINESE GIA TRADOTTO IN GRECO DAL FENICIO DA SILANO (?)







SULLA VITE MARITATA DICE CHE IN BITINIA, ATTUALE TURCHIA, SUL MAR NERO, LA COLTIVAZIONE DELLA VITE MARITATA:






“IN BITHYNIAE REGIONIBUS TARSENIS ET BOANIS, ETIAM USQUE AD SEXAGINTA PEDES INSURGENTES ARBORES, PER QUAS VITIS ASCENDIT, NON OFFICIUNT, SED ETIAM MELIUS VINUM FACIUNT, MAXIME AMMINEUM”

DA CHI HANNO IMPARATO GLI ETRUSCHI A COLTIVARE LA VITE MARITATA ? E PERCHE'?

martedì 11 maggio 2010

LA VITE MARITATA COME MONUMENTO VEGETALE - UNA RACCOMANDAZIONE

DOPO AVER DATO UNA SCORSA ALLE FOTO, ESPLORATO IL BLOG E I SITI COLLEGATI PROVATE A RIVEDERE IL TUTTO COME UN MONUMENTO VEGETALE DEGNO DI TUTELA; LA VITE MARITATA RAPPRESENTA UN MONUMENTO ALLA CIVILTA' CONTADINA, UN FOSSILE VIVENTE.
UNA RICOGNIZIONE DELLE VITI MARITATE E DELLE VITI ANTICHE IN GENERE, PRESENTI IN ITALIA, POTREBBE PORTARE AD UN PROGETTO NAZIONALE O REGIONALE  DI CENSIMENTO E CATALOGAZIONE CON UN GIS. DENOMINEREMO QUESTO PROGETTO IN TAL MODO " PROGETTO ECOVIGNETO : CABREO DELLE VITI MARITATE ". SIAMO APERTI ALLE COLLABORAZIONI DEL MONDO AGRICOLO, VITIVINICOLO ED ACCADEMICO